Gli Infedeli di Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtes, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau, Gilles Lellouch



Non sarà "il film più scorretto" che la "reclame" promette, perchè le scene dei trailers sono facilmente fuorvianti e non sarà di certo un capolavoro, ma è l'ennesima dimostrazione di come i francesi sul piano della commedia, continuano a infierire in un certo qual modo nel mestiere in cui siamo stati maestri, valga per tutti il tema, "l'infedeltà", ad alto tasso di equivoco barzelletta e volgarità spicciola e la struttura episodica, che immaginiamo mal volentieri svolto dai cineasti nostrani.
E invece sono proprio questi, i punti di forza di questo film, con una sensibilità tutta francese, allargando il discorso ad altre pellicole, uscite recentemente ma anche di qualche anno addietro (dove noi facciamo i remake), che fa si che sia sempre e comunque il garbo narrativo a prevalere, il gusto quasi estetico del raccontare, pur in questo caso la difficoltà intrinseca di tenere unito il tutto, che farebbe presagire uno sfilacciamento continuo del racconto in se del tema, un'adagiarsi nella retorica o nella faciloneria, tutte cose che non avvengono in questo film, unitario e compatto, che magari in qualche "capitolo" non è sviluppato ottimamente, che può risultare prevedibile, specie nel finale, ma che mantiene alti i toni, specie del divertimento e della qualità, non mancando anche di far riflettere.

Tra musica alla radio, telefonini e computer sempre accesi, i registi chiamati in causa, declinano la materia filmica, in modo assolutamente aderente e conforme allo sviscerarsi del tema, un corpus incredibilmente unitario, pur nelle sue suggestioni e digressioni, stemperando la tensione con brevi e divertentissimi siparietti comici qua e la e aggredendo con verve e ritmo nella parti che aprono e chiudono il film: 

"Con questa stronzata della parità vuoi scommettere che un bel giorno finiremo per essere fedeli e cornuti?
"I ricci sono dei maiali, scopano come i ricci"
"Sai che pare sia una cosa da finocchi?Quelli come noi che ogni lasciata è persa, è omosessualità latente"

Passando in rassegna, la rivalità "tra infedeli" e la solitudine di fondo:
- " Mi sento come un bambino che guarda una torta dalla vetrina di una spticceria e la pasticceria è chiusa"
Che arriva al menefreghismo più bieco:
- " Tu sei una che riflette troppo - Grazie- Non ho detto che sei intelligente (Con lei che il giorno dopo non perde tempo a deriderlo)

E continua con lo scontro tra giovinezza ed età adulta, eloquenti le immagini, nei posti di lui e lei, dove entrambi si sentono completamente "fuori posto", inadeguati e dove è ineluttabilmente "l'infedele" a soccombere: 
- " Ho avuto un incidente" (tornando dalla moglie, con la coda tra le gambe, dopo esser stato picchiato dai buttafuori di una discoteca)

E ancora prende di mira "Il mondo borghese" e le sue falsità, 
- ":Oh ma cosa cazzo credi di non essere cornuta di essere irresistibile di appagarmi del tutto, svegliaaa!!!


 Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtes, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau, Gilles Lellouch filmano secondo il loro stile, sia ben chiaro, un'opera ribadiamo coesa e univoca negli intenti, cosa non da poco, che ha i suoi difetti non lo neghiamo, ma che sicuramente è godibile e merita certamente la visione.
Jean Dujardin, Guillaume Canet, Mathilda May, Sandrine Kiberlain, Alexandra Lamy, tra gli altri, sono perfettamente a loro agio nelle parti assegnate, ovvero credibili e non stereotipi.

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