Le vostre speranze non saranno deluse - Masoko



Con un cuore funky misto ai sapori degli anni ‘70, con le prime pulsioni dance e un gusto pop d’annata, tornano i Masoko con un terzo album sicuramente più maturo come vuole la norma non scritta ma non per questo meno giocoso e piacevole nell’ascolto, che mantiene una certa omogeneità di fondo a rapida presa, ma che ha bisogno di più ascolti in molti dei brani che hanno tinte più eterogenee, questo è sicuramente un bene, piacciono le costruzioni non banali di certi ritornelli, le melodie ricercate, che denotano la voglia di un salto qualitativo, così anche nei testi, si avverte il lavoro di scrittura, con uno sguardo sul sociale che appare oggi più che mai quanto meno doveroso.
I nostri non raggiungono in pieno il loro scopo, alcuni brani restano nell’easy listening o non convincono del tutto, nonostante gli sforzi compiuti, ma c’è da dire che il tentativo nella sua artisticità è comunque riuscito e le potenzialità del gruppo sono messe maggiormente a fuoco con questo lavoro e pazienza se per la maturità definitiva, vera o presunta che sia del gruppo si dovrà attendere il quarto capitolo:

“Il futuro è”: attitudine dance e un occhio ai primi Blur nel ritornello:
“Ti arrabbierai scoprendo che il futuro non è come lo volevi te”

“Buco nella testa”:“Il punto non è fare, ma resuscitare”...  un funky leggero e scanzonato:
“Ma come sei strana Che cosa ti sei presa? Non c’è più l’inquinamento di una volta le polveri sottili non fanno più poi tanto male, dicono che la bellezza si compra al beauty-center, domani andiamo al beauty-center”

“Prima del crollo”: una pop song sulla crisi economica e quella di coppia messe a raffronto:
“Prima del crollo delle borse eri più sexy, prima del crollo delle torri sognavi di più, prima del crollo delle borse spendevi tutto a cena”

“In alto”:atmosfere più ricercate in questa traccia, che abbina le dinamiche funky della strofa ai “voli” e alle variazioni melodiche del ritornello:
“Ma come esci? Sistemati le ali” 

“Il diavolo”: “probabilmente” come diceva Bresson, quando non si riesce a spiegarsi il perchè delle proprie azioni... per una delicata ballad, scarna ma incisiva, con una buona progressione armonica sul finale:
“Proprio lui che vuole solo farti piangere”

“Birra e sigarette”: profumi di Bee Gees per un funky/dance interamente giocato sulle ripetizioni:
“E se davvero tu vorrai avere la fede che abbiamo noi, non sperare in niente”

“Oggetti”: un’altra pop song che può contare su un discreto ritornello che esplode melodicamente alla Venditti per così dire ma che fortunamente va a parere da tutta altra parte e sul miglior testo dell’album:
“Gli uomini sono inutili... Le cose invece... I nostri oggetti che ogni giorno stanno insieme 
non sanno fare niente ma lo fanno bene”

“Fortuna”: uno dei migliori brani del lotto, figlio di buone costruzioni armoniche e vocali e non è una novità, siamo ancora in territori pop, la traccia si segnala per la sua varietà di toni, frutto di un ottimo arrangiamento e per la chiosa funky finale:
“Non ci sono segreti né pareti che ci divideranno anche se so che ormai non crederai a quello che vedrai”

“Mi vuoi ammazzare”: un funky lento e cupo nella strofa che esplode e bene nel ritornello, librandosi letteralmente, per quanto riguarda il testo, i nostri ripetono lo schema di Prima del crollo, con il parallelismo tra storia d’amore e realtà circostante:
“È solo la vita mia l’hai messa via dentro al tuo beauty-case resisto ma fuori la guerra è atomica”

“Tirati un pò su”: suggestiva ballad, con strofa alla Vasco e ritornello trascinante:
“Ma te lo ricordi noi? 
Viaggiavamo alla deriva e io ero alla guida tu accanto mi dicevi: 
No, non preoccuparti per me se finisse la benzina io comunque ti sarò vicina”

“Tutto eri ieri”: la traccia che chiude l’album, è  una sorta di mantra che sfocia in una vera e propria suite musicale, dal sapore funky psichedelico, che fa venire in mente il primissimo Battisti:
“Tutto eri ieri e adesso sei solo tu”

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