E' morto Giorgio Faletti, giallista, cantante, attore che è già una "leggenda"



"La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei romanzi."


"Niente di vero tranne gli occhi"... e la sua morte, a soli 63 anni. Pensavamo fosse l'ennesima bufala del web, eppure Giorgio Faletti ci ha lasciati con uno scherzo di cattivo gusto, improvviso, fulmineo. A comunicarlo è il direttore del quotidiano torinese "La Stampa"Mario Calabresi, che ha postato la notizia sul suo profilo Twitter"E' morto Giorgio Falettiun uomo dalle tante vite, tutte ben fatte, cabarettista, cantante, scrittore, attore". Ha proprio ragione Calabresi. Faletti muore oggi, 4 luglio, all'ospedale Molinette di Torino, stroncato da un male incurabile, uno di quelli di cui sai giià, purtroppo, il drammatico epilogo. Nato ad Asti il 25 novembre 1950, juventino doc, amante della Ferrari, ha iniziato come cabarettista ed è divenuto famoso grazie alla trasmissione anni '80 "Drive in" di Antonio Ricci. Ma evidentemente questo ruolo d'avanspettacolo gli stava troppo stretto ed allora si è dato alla musica. Sono lui poteva presentarsi al Festival di Sanremo con Orietta Berti (nel '92) quasi un'ironia, per poi ripresentarsi nel '94 con una canzone-denuncia tuttora più che attuale: "Minchia signor tenente" ottenendo un secondo posto e sfiorando la vittoria. 


Dallo scrivere canzoni all'essere autore di best sellers il passo è breve... ma solo per uno come Giorgio Faletti... il suo primo giallo, "Io uccido" vende oltre 4 milioni di copie e riesce a bissare il successo con "Niente di vero tranne gli occhi" (tre milioni e mezzo di copie vendute). A seguire altri successi letterari: "Pochi inutili nascondigli" (2008) e "Io sono Dio" (2009). E stiamo parlando di successi planetari. Nel frattempo si riscopre attore in "Notte prima degli esami" di Fausto Brizzi e in "Baarìa" di Giuseppe Tornatore. Ma i teatri in cui porta i suoi monologhi sono sempre pieni. Personaggio schierato per i diritti degli autori, della cultura italiana in senso lato (artistica ed enogastronomica) aveva sempre il coraggio di dire la sua su ogni argomento, con l'ironia che da un canto lo contraddistingueva e la serietà che trapelava dai suoi immensi occhi blu. Qualche tempo fa, il giallista de "Il Collezionista di Ossa" Jeffery Deaver (BookCity: Jeffery Deaver incontra l'amico Giorgio Faletti al Teatro Elfo Puccini), nel tour di presentazione di uno dei suoi thriller mozzafiato disse di lui che sarebbe divenuto leggenda... aveva ragione, Giorgio Faletti se n'è andato via troppo presto e ci mancherà. 


"La leggenda non vive. La leggenda vive anche dopo la morte."

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