Tutto pronto per la 38esima edizione del Roma Jazz Festival "Swing & New Deal" (dal 9 al 30 novembre - Roma)


L’International Music Festival Foundation con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale - Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica Dipartimento Cultura, in coproduzione con Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con Casa dei Teatri, presenta la 38esima edizione del Roma Jazz Festival "SWING & NEW DEAL" che si svolgerà a Roma dal 9 al 30 novembre. "Non significa nulla se non c’è lo swing", affermava il grande Duke Ellington. Da qualche anno lo swing , con il suo inconfondibile ritmo elastico e pulsante, è tornato prepotentemente di moda fino a conquistare i vertici delle classifiche internazionali. Negli ultimi tempi sono sempre i più i giovani che si sono avvicinati a questo stile, grazie a crooner della nuova generazione come Michael Bublè, Jamie Cullum, Peter Cincotti, Harry Connick Jr. e Anthony Strong, che hanno messo d’accordo i padri nostalgici di Sinatra e  i figli cresciuti a pane e Mtv. Una musica di grande qualità, difficile da suonare, ma di facile ascolto, in grado di intrattenere, di divertire e di far ballare il pubblico. 
Duke Ellington

Lo swing si diffuse in America in concomitanza con il crack di Wall Street del 1929, diventando la colonna sonora della politica del New Deal del presidente Franklin Delano Roosevelt. Non è un caso che, in questi anni segnati dalla crisi economica, lo swing sia tornato in auge per la funzione catartica ed energizzante della musica. Swing & New Deal sarà  il filo conduttore della trentottesima edizione del Roma Jazz Festival, ospitato in diversi spazi della città dal 14 al 30 novembre, che avrà il suo cuore pulsante all’Auditorium Parco della Musica. “Presenteremo concerti, film, conferenze e eventi danzanti che proporranno il jazz sotto ogni aspetto e forma d’espressione - ha sottolineato il direttore artistico Mario Ciampà - "Partiremo dalla relazione tra il jazz e il ballo, il jazz e l’economia, ma anche da due importanti ricorrenze: il 40° anniversario della scomparsa di Duke Ellington, ancora considerato  uno dei più importanti compositori di tutta la storia del jazz, e i 70 anni della liberazione di Roma da parte delle truppe anglo-americane”. L’inaugurazione della kermesse all’Auditorium sarà affidata il 14 novembre a Dave Holland e Kenny Barron. Sessant’anni di carriera per Barron, cinquanta per Holland, numeri che, da soli, rendono eccezionale questo incontro tra due giganti del jazz. Pianista, compositore, arrangiatore e docente americano, Barron ha fatto dell’eleganza e della cantabilità la sua cifra stilistica, senza rinunciare a improvvise cavalcate ritmiche. Il contrabbassista inglese Dave Holland, fortemente voluto da Miles Davis nei suoi primi dischi jazz-rock, è tornato successivamente a privilegiare le atmosfere acustiche, aggiudicandosi numerosi Grammy con il suo Dave Holland Quintet. Il 15 novembre sarà di scena la Us Naval Force Europe Jazz Ensemble, la banda ufficiale della Marina degli Stati Uniti in Europa, che catapulterà gli spettatori nelle atmosfere degli anni Trenta e Quaranta con i brani che hanno reso celebri le big band di Duke Ellington e di Count Basie. Il jazz degli anni'60, arricchito con influenze medio-orientali, sarà protagonista del concerto dei Three Cohens(Anat, Avishai e Yuval Cohen) il 16 novembreIl jazz è per sua natura aperto alle contaminazioni, soprattutto con altri generi afroamericani come il soul, il blues e l’hip hop. Il 17 novembre l’Auditorium ospiterà due pianisti del calibro di Robert Glasper e Jason Moran che, partendo dalla tradizione, hanno proiettato il jazz nel futuro con i loro innovativi progetti. Il giorno dopo spazio a un duo stellare, quello formato da Joe Lovano e Dave Douglas, due fuoriclasse del sax e della tromba, accompagnati da Lawrence Fields al piano, da  Linda Oh al contrabbasso e da Joey Baron alla batteria. Il quintetto presenterà un affascinante tributo a Wayne Shorter, tra riletture del suo repertorio e brani originali.
Fabrizio Bosso

Il quartetto di Fabrizio Bosso, alfiere dell’hard-bop, e la Bim Orchestra diretta da Paolo Silvestri renderanno omaggio il 19 novembre a Duke Ellington con il progetto Swinging Duke. Edward Kennedy Ellington, detto «Duke», è stato il più autorevole direttore di big band dagli anni Venti fino al 1970, anno in cui si è ritirato dalle scene. Il 20 novembre spazio a Enrico Rava , decano del nostro jazz e trombettista di fama internazionale, che reinterpreterà il suo vasto repertorio insieme ai giovani e talentuosi musicisti dell’ ensemble Parco della Musica Jazz Lab. Confermata anche quest’anno la Carta Bianca a Franco D’Andrea, in occasione dell’importante traguardo dei cinquant’anni di carriera, ricchi di album, di collaborazioni e di riconoscimenti. Il 24 novembre il grande pianista proporrà il progetto Traditions Today, accompagnato dal clarinetto di Daniele D’Agaro e dal trombone di  Mauro Ottolini. Se amate le grandi voci black femminili, non potete perdere, il 25 novembre, il concerto di Dee Dee Bridgewater, che nel corso della sua lunga e fortunata carriera ha dimostrato di essere la vera erede di signore del jazz come Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan eDinah Washington. La Bridgewater ha vinto recentemente un meritato Grammy Award per l’album Eleanora Fagan: To Billie with love from Dee Dee Bridgewater,  dove  rende omaggio in modo personale alle canzoni più famose di Billie Holiday. Classe '78, romano, Piji, protagonista del concerto del 26 novembre all’Auditorium con il suo gruppo,  è risultato vincitore quattordici volte di importanti rassegne dedicate alla canzone italiana, tanto da meritare l’appellativo di “cantautore emergente più premiato d’Italia”. La sua musica è un’ispirata fusione tra la canzone d'autore e l'electro-swing, esaltata da un approccio live teatrale, nel solco della tradizione del teatro-canzone di Giorgio Gaber. La sue versione swing di C’è chi dice no è stata apprezzata dallo stesso Vasco Rossie da Fiorello, che l’ha proposta diverse volte nella sua Edicola Fiore. Gli amanti delle sonorità  manouche di Django Reinhardt, uno dei più grandi innovatori della chitarra jazz, troveranno pane per i loro denti nel concerto del 27 novembre del musicista gitano Biréli Lagrène, accompagnato dal Gispy ProjectDopo gli exploit degli anni passati di Michael Bublè e di Jamie Cullum, ora è la volta di Antohny Strong, che si esibirà il 28 novembre. Inglese di Croydon, trent’ anni, look impeccabile,  Strong è stato descritto da Rod Stewart “assolutamente strabiliante” per le sue doti di cantante, pianista e arrangiatore. Dopo due dischi autoprodotti, Guaranteed!  del 2009 e Delovely del 2011, l’artista è stato messo sotto contratto dalla Naïve per la realizzazione del suo primo album realizzato con l’orchestra, l’eccellente Stepping outChiudono il programma all’Auditorium i concerti dello Sweet Life Society del 29 novembre e dell’Orchestra Operaia diretta da Massimo Nunzi il 30 novembre.  
Birèli Lagréne

Ricco anche il programma del Fringe Festival, che coinvolgerà alcune delle principali realtà romane come il Cotton Club, il Tram Jazz, il Gregory’s Jazz Club, L’ Asino che vola, l’Elegance Cafè e il Charity Cafè. Da non perdere l’incontro Jazz and New Deal all’Aula Magna della Luiss(19 novembre ore 19),  moderato dal Prof. Giuseppe Di Taranto, con gli interventi del Prof. Francesco Sylos Labini, di Dino Pesole, di Gegè Telesforo e del Max Ionata Organ Trio, che  sottolineeranno la relazione tra jazz ed economia. Segnaliamo, infine, due serate dedicate a Duke Ellington con la musica dal vivo di Max Ionata e Dado Moroni(12 novembre  Teatro del Quarticciolo, 13 novembre  Teatro di Tor Bella Monaca) e tre matinées domenicali al Teatro Torlonia, con i concerti di Hot Club Roma Django Reinhardt (9 novembre ore 11),  Bix Big Band(16 novembre ore 11) e Swing Valley Band(23 novembre ore 11). Il programma completo della manifestazione è consultabile suwww.romajazzfestival.it.


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