Tommaso Tanzini - Piena


Grande esordio solista per Tommaso Tanzini (cofondatore dei Criminal Jokers), "Piena", parla al cuore, è un album senza compromessi, dove il nostro mette la propria anima completamente a nudo, come un fiume appunto in "Piena", con sincerità e poesia, una chitarra "sublime", qualche inserto elettronico a colorare, il risultato è disarmante, per manifesta e oggettiva bellezza. Dodici canzoni "spietate" di ricordi, dubbi, ripensamenti, fragilità, amarezze, disillusioni, speranze... di vita insomma, che non può non travolgere l'ascoltatore di emozioni. Tutto il disco sembra costruito appositamente, non lasciando mai respiro alle melodie, sempre bellissime, come a volerti tenere incollato, a bloccare l'attenzione e lavorando di pura immaginazione, pur narrando storie e sentimenti di ordinaria quotidianità.

"L'immagine": suggestiva, ricca di pathos: "e se sei più di quanto dici allora portami via, ma se sei un salvatore promettente che genera milioni di perdenti non voglio finire indietro alla tua corrente"

"La tua tranquillità": come si suol dire "come sopra", in più da notare, l'ingresso di un'elettronica minimal e la slide guitar a divertirsi: "mentre ora son fedele alla tua tranquillità, alle tue priorità, alla tua felicità, voglioso di fotterla senza pietà"

"Musicisti alla ribalta":"ma le tue idee affilate dureranno poco sono già pensate per un altro gioco" tessuto "evocativo", con la chitarra in evidenza, sull'effimero della fama: "sei carico di gloria immaginaria e di ciò che potresti ricavarne"

"Retromani": folk ballad interamente poggiata sulla chitarra, atmosfere alla Nick Drake, per una traccia molto intensa, di due innamorati che lasciano il proprio paese d'origine: "noi non pianteremo radici nel sale ma scopriamo che i giorni non sono più neri di un lavoro normale"

"Il personaggio": più blueseggiante rispetto alla traccia precedente, specie all'inizio, profonda e amara allo stesso tempo, quando i sogni si scontrano con la realtà e l'esigenza di trovarsi un "lavoro normale" e il personaggio vero e proprio narrato in 
"Musicisti alla ribalta" diventa personaggio in quanto lavoratore, facendo un torto alla sua natura: "questo incubo è strano chiudo gli occhi e non vedo, ma non ho fatto niente che non mi avessero insegnato, ho rigato dritto come mi avevano detto"

"Madre": "tu volevi un figlio ma ora hai solo un'ombra" ritornano i tocchi elettronici, per una melodia oscura e leggermente dissonante che arricchisce di fascino il corpus, per uno dei migliori testi del lotto: "vivo in una casa di cose vecchie specchio di una vita troppo lontana" 

"Quattro mura": "non pensavo di diventare una bestia così abbandonata alle proprie intolleranze e alla propria ignoranza" ritmica pulsante come cuore, dove si innestano gli altri strumenti, a suffragio di una melodia avvolgente, per il brano più poetico dell'intero lavoro: "ci mancherebbe solo una donna e un figlio per finire il quadretto e poi possono portarmi la foto per dirgli io non ci credo, ma io oggi non chiedo altro che riuscire a vederti, per dimostrare alla mia mente che non sei più come ti ricordo"

"In bici": chitarra ancora una volta sugli scudi, per un'altra poesia in musica: "ma questo è un tempo che ci invita a restare chiusi dentro molto bene nella notte ad aspettare la nostra immaginazione"

"Io non ti lascerò": la traccia più cantautorale, ricorda certi episodi degli anni 70 come mood, il testo sembra un dialogo allo specchio: "non aspettarti niente dal futuro che credevi fosse sicuro, ma oggi conta più seguire il tuo branco sempre più affamato del tuo buon senso"

"Attorno al fuoco": nostalgica e cinematografica, forse il brano più immediato: "sento che non ho più voglia di scherzare non ho più nemmeno il tempo di guardare, io non ricordo il giorno e nemmeno l'anno in cui tutto è crollato di fronte a me, ma quanti anni ho e che giorno è? Io non lo so" 

"La rivincita": emerge l'elettronica, tra sfumature e spigoli di poesia: "e ora sai che per curarti non c'è medicina al mondo nemmeno il liquore il più buono il più speciale"

"Hoj": ennesima chitarra protagonista, "magnifica" e altro testo da brividi: "ma ogni tanto rimetto i piedi a terra, mi ricordo di essere solo"

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