Caparezza - Il sogno eretico

Un frullatore, che mischia alto e basso, assoluto e quotidiano, cronaca e storia... con una nonchalance senza freni, da dove fuori esce ogni qual volta, una combinazione vincente... inesorabilmente... un patchwork irresistibile di riferimenti musicali sovraccarico di un’attualità “storica”, un “crossover” di una verità feroce che si compie come un rito dinanzi ai nostri occhi, alle nostre orecchie... una sorta di concept come suo solito, una sorta, perchè non è un disco tematico come i recenti album precedenti... ma è un disco fottutamente attuale... che fra metafore ardite, giochi di parole all’apparenza scanzonati, parla della nostra “Italietta” come si fa con sagace ironia, con una bella donna che ci ha respinto, come un innamorato deluso... che assembla malinconia, amarezza e nostalgia canaglia, dei bei tempi “creduti”, con tutte le contraddizioni sviscerate al midollo, che vengono a galla... “come stronzi”... del resto “da qua se ne vanno tutti”... Berlusconi, la politica in generale,quindi la crisi, il razzolare male della chiesa, la televisione... questi i bersagli presi di mira, che ci hanno ridotto a Popolino... restano ben saldi...mentre il Capa ci sorride mentre affoga: 

“Nessun dorma” e “Tutti dormono”: grande apertura.. da annuncio solenne, col pubblico in visibilio che se la ride, senza capirne minimamente il perchè:
“Sul ponte legato ad un masso ci sta un discografico che... è stato portato al collasso per colpa di un cazzo di mp3...gli artisti, anche i più alternativi, gli gridano "Meglio così!" Ma piangono come bambini perchè voglion dare alle stampe un CD... e chi...e chi”
“Chi se ne frega della musica”: dopo la doppia overture, le ritmiche hip hop,tanto care al nostro, miscelate a sonorità da banda di paese, danno il via a questo album, mettendo subito le carte in tavole: 
“Il mio cellulare squilla ogni 2 minuti,gente che mi assilla e mi chiede se ho 2minuti, assessori, collettivi, sindacati,giornalisti, passa un giorno e i mieitesticoli non sono più minuti”
“Il dito medio di Galileo”: qua le ritmiche si fanno più dure, cupe e incisive, come le liriche, del resto, che stavolta hanno la chiesa oggi come ieri, bigotta e miope, come bersaglio... chitarre funky a colorare il tutto e la voce simil maria de filippi a raccontare le gesta di Galileo sul finale:
“le accuse contro galileo erano molteplici...leggeva teneva in casa e leggeva libri proibiti..galileo negli ultimi 18 mesi non è andato mai a messa...Galileo convive con una donna...ma soprattuto Galileo fa gli oroscopi a pagamento...e non si è mai confessato...e il Papa si irrita terribilmente”
“Sono il tuo sogno eretico”: title track dedicata a Giovanna D’Arco, Savanarola e Giordano Bruno... di cui vengono narrate le gesta... con ancora la chiesa messa sul “rogo”... dance tribale, tastiere vintage e ancora chitarre funky a sostenere le rime ficcanti:
“Mi bruci per ciò che predico, è una fine che non mi merito, mandi in cenere la verità perchè sono il tuo sogno eretico”
“Cose che non capisco”: Michele Salvemini che si trasforma in Michele Apicella e tanti punti di domanda, per passare in rassegna “tante piccole questioni” più o meno recenti “dell’italietta”... il sound ha un non so che “d’angoscia telequiz”, pezzo riuscitissimo: 
“Ti fai troppi problemi Michele... non te ne fare più”
“Goodbye Malinconia”: primo singolo estratto, di un’intelligenza e “ruffianeria” musicale tipicamente anni ‘80, che si lascia cantare e soprattutto ricordare dopo un ascolto e mezzo... Tony Hadley a sublimare la malinconia:
“Da qua se ne vanno tutti... non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti...”
“La marchetta di Popolino”: geniale “marcetta” a trasfigurare i personaggi Disney nel nome del malcostume italico:
“Quanto è figo sto popolino”
“La fine di Gaia”: e i luoghi comuni sulla fine del mondo... dove le sonorità anni 80 si impastano con la ritmica serrata, scandita dalle chitarre elettriche
“ alla faccia dei Maya e di cinecittà...”
“House credibility”: avete presente “Eroe”, uno dei capolavori assoluti del Capa... bene, qui il nostro applica lo stesso concetto... lasciando la fabbrica e passando dagli incidenti domestici agli orrori che si consumano quotidianamente tra le 4 mura, un tempo, sicure... la “credibility” nella casa poi, può essere riferita (ma questa è solo un’impressione) anche al gergo tipico rap, dove il termine indica una vera e propria appartenenza:
“Io sono un duro perchè vivo nella casa, sono ancora vivo nella casa...”
Kevin Spacey: Spoiler per tutti i gusti... per musica “da colonna sonora” da scena d’azione, con stoccate qua e la la e “celebrazione” di Kevin Spacey: 
“non per la politica dovete odiarmi, non per la voce nasale, ma per questo pezzo, adesso avete un motivo...”
“Legalize the premier”: con Alborosie il sound è per forza di cose reggae... come del resto il titolo quanto mai esplicativo, fa capire dove il nostro andrà a parare... ne esce fuori un vero e proprio gioiellino, ispirazione allo stato puro:  
“ma io me ne fotto della maria perchè io lotto per la mia legalizzazione...”
“Messa in moto”: qui il bersaglio torna ad essere l’istituzione chiesa... ritmiche funky-rock da assalto e parole sempre più taglienti, dove lo stesso Caparezza/Dio si scaglia contro i suoi fedeli: 
“credi di avere davvero la mia immagine no non è facile non sei il mio manager basta parlare al mio nome ma che diamine...”
“Non siete stato voi”: l’apice del disco, senza alcun dubbio... a ritmo di marcia cadenzata a tinte dark, epica, solenne, magistrale:
“non siete stato voi che brindate con il sangue di chi tenta di dar voce alle vostre vite oscure...”
“La ghigliottina”: un riassunto vero e proprio... da ogni punto di vista la sia guardi, infatti questa traccia, sembra avere il compito di condensare i temi dell’album, sia dal punto di vista musicale, sia da quello testuale, indicativo a tal riguardo il ritornello:
“e sono cose come questa che fanno perdere la testa...”
“Ti sorrido mentre affogo”: quasi un seguito della traccia precedente, dove vale in un certo qual modo il discorso fatto prima... qui Caparezza infatti sembra dare le cosiddette soluzioni ai tanti interrogativi sparsi per tutto il disco... lanciando altre domande e lasciando altri dubbi che sono risposte... nette, precise, coraggiose...
“e per non terrorizzarti ti sorrido mentre affogo..”

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