Mariposa - Semmai Semiplay

Tornano gli instancabili, poliedrici, geniali, “vecchi (visto il numero degli album all’attivo) e infinitamente nuovi” Mariposa, dopo l’esordio solista di Alessandro Fiori dello scorso anno e a soli due anni dall’ultimo album omonimo... tornano con un album giocoso, ricco di stili e influenze com’è del resto da sempre nel loro stile, appunto, rimescolando il tutto con grande maestria, con Enrico Gabrielli a farla da padrone, a braccetto ovviamente coi testi “di grande poesia piccola” di Fiori.

Un lavoro che non ha punti deboli, ma che può annoverare diversi picchi, dall’appeal radiofonico di Pterodattili e Tre mosse, alla trilogia sperimentale Passaggio Indoor, So You Can Live With Song che culmina in quella Black Baby Hallucination, apice dell’album... alla poesia tipica “alla Fiori” di Eccetera Eccetera, Come un cane, Ma solo un lago.

L’ennesima conferma dunque, per un gruppo che non ha avuto negli anni sicuramente il giusto riconoscimento da parte del pubblico... perchè come la si voglia girare “l’arcinota frittata” il fatto è, che pur fra mille rimandi, sempre di pop stiamo parlando... ovvero di “musica popolare, nel senso più alto del termine”... e vedendo le classifiche di vendita non credo ci starebbero poi così male i Perturbazione, i Numero 6, gli Jang Senato, i Virginiana Miller... i Mariposa, appunto.


“Pterodattili”: con le stoppate delle chitarre elettrica e una certa attitudine danzereccia, si apre questo nuovo capitolo targato Mariposa, condito da un testo surreale quanto basta per incantare e muoversi a tempo:

“Il figlio zecca di cane chiede di rientrare dentro il budello self service..”

“Santa Gina”: sinuosa e ammaliante, con un’aria quasi dimessa e un ritornello arioso e melodico:

“cercherò di evitare il mondo che viene addosso con quel tipico rapporto tra fronte e naso sul muso del cane”

“Chambre”: giocattolosa e pop come un pezzo dei primi Blur.. in francese nelle strofe, per poi liberarsi nel ritornello:

“Daiiiiiii ma vieni e stammi vicino…Daiiiiiii che ho dovuto litigare da solo… Daiiiiii non parlo più il francese lo giuro….”

“Tre mosse”: il primo singolo estratto, sonorità anni 80, con un ritornello che ti entra subito in testa…

“ se tagli qualcosa devi stare attento, certi nei vanno in metastasi tesoro…”

“Black Baby Hallucination”: ipnotica, piena di riff,di chitarre e fiati... un soul sporco che procede compatto, per dipanarsi in uno splendido finale strumentale, iper caotico, che sembra uscire da una colonna sonora di un qualche inseguimento:  

“che cazzo t’hanno fatto amore mio?!?!”

“Eccetera Eccetera”: dopo il brano precedente, sembra la consueta calma dopo la tempesta, calma solo apparente, in quanto la tensione pervade e cresce per tutto il brano in un’atmosfera sinistra e suggestiva.. come se l’io narrante celasse un terribile segreto:

”ho voluto vedere chi fossi e non ho visto niente...”

“Con Grande Stile”: deliziosa marcetta dal vago sapore circense, a tratti psichedelica: 

“forse basta respirare certo ma con grande stile rana delfino farfalla cantante...”

“Paesaggio Indoor”: atmosfera danceraccia anni 70, con fiati e tastierine in evidenza e un ritornello che richiama volutamente o meno i primi Baustelle:

“la vivo in differita codesta mattinata con tutti quanti sul replay... “ 

“So You Can Live With Song”: continuano le ritmiche dance e i fiati a svisare, un’intrigante gioco di rimandi che unisce i primi Blur ancora una volta e il Beck più soul... una commistione ampiamente riuscita:

”gola irritata dalle troppe parole leste, con le possibilità consuete del pensiero se grattarsi di continuo fa immaginare un presente incompatibile di furto e scasso”

“Come Un Cane”: verrebbe da definirlo il brano più tenero, sdolcinato, sia musicalmente sia per il testo, tutto “Mariposa Style” ovviamente... forse addirittura il più sentito e diretto, visto che finalmente la figura metaforica del cane, protagonista indiscusso di tutti i testi viene sviscerata totalmente... come un cane ti proteggerò, canta Fiori... in un’atmosfera sospesa e incantata:

“ma come si fa a invecchiare insieme se non invecchiamo mai quando stiamo insieme... ”

“Ma Solo Un Lago”: Un altro riuscito incontro chiude “Semmai Semiplay”, niente meno che Branduardi e la Pfm... ovvero, una filastrocca ad alta dose poetica e un arrangiamento prog italiano di pura classe:


“la relazione tra due amanti equidistanti come il fuoco e il cielo insieme davanti alla porta il mistero è scoprire quel che già noi conosciamo...purtroppo ho avuto voglia di averti, di dirti chi sono, sulla soglia non c’è amore...” 

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