Se sei così ti dico si di Eugenio Cappuccio




Dopo “Volevo solo dormirle addosso” e “Uno su due” torna Eugenio Cappuccio con “Se sei così, ti dico si”... con un’ottima prova di Emilio Solfrizzi e una più che dignitosa Belen Rodriguez, in una parte che le sta come si suol dire a pennello... un film che avrebbe dovuto far fare al suo autore il definitivo salto di qualità e invece purtroppo, rispetto alla sua cinematografia, si rivela un passo indietro, non fragoroso intendiamoci, il film si lascia guardare, non annoia e ha diversi spunti interessanti... non adeguatamente sviluppati però... già perchè i buchi e gli snodi narrativi che vengono meno nei momenti cruciali, la trama non propriamente originale,  rendono questa pellicola di certo gradevole, ma niente di più... se la regia e la fotografia fanno la loro parte infatti, acuendo il disagio del protagonista, interpretato da Solfrizzi, questo non si può dire della sceneggiatura, che viene a mancare proprio quando dovrebbero esserci le cosiddette scene cult (a meno che non si intenda per tali, le micro scene, dove Belen gioca a fare Gloria Guida ), dove si annida il nucleo del film, il suo significato più profondo... i nodi chiave del racconto insomma, avrebbero dovuto essere maggiormente sviluppati, invece sono appena accennati, buttati li, quasi passassero per sbaglio... come del resto i rapporti fra i personaggi, che non si evolvono minimamente, quello che ci sta dietro si intuisce appena, facendo si fra l’altro, che lo stesso titolo risulti incomprensibile... lo stesso soggetto dicevamo, ha avuto poi in un certo qual modo, illustri predecessori, sia italiani che stranieri, che non starò qui ad elencare... perchè il confronto non risulti ingeneroso, perchè ribadisco, il film si fa seguire e risulta interessante la psicologia di Cicala/Solfrizzi e ben resa, in immagini e suoni... la diva Belen, risulta credibile, Iaia Forte è da sempre una garanzia... è sostanzialmente il dipanarsi degli eventi a fallire, non toccando quelle corde a cui il regista di certo aspirava, lo dimostra ripeto la sua filmografia... due film sicuramente diversi ma efficaci allo stesso modo, dove aveva fatto in modi diversi comunque centro, specialmente col precedente “Uno su due” con Fabio Volo protagonista,  a dispetto delle mancanze riportate in questa opera.
Mi soffermo brevemente poi sugli incassi che non hanno premiato la pellicola, con annessa consegna del tapiro d’oro da parte di Striscia la Notizia a Belen Rodriguez... solo per meglio spiegare il paradosso intrinseco del film stesso... ovvero, l’onnipresente Belen era perfetta per la parte ed era anche un notevole volano pubblicitario, ma è vero anche il contrario, cioè che la sua presenza avrebbe, come ha fatto a mio avviso, fuorviato lo spettatore, tralasciando il critico di turno... queste erano le premesse, ben note, suppongo agli addetti ai lavori... il problema di base, sta nel fatto che lo stesso regista evidentemente, abbia perso per strada la natura della sua stessa opera,  andando in confusione, finendo per scontentare tutti, a cominciare da se stesso, forse appunto per l’irresistibile voglia di piacere a tutti... e in fondo è come se alla fine, parafrasando il film stesso, avesse cantato per l’ennesima volta “Io, te e il mare”... dopo che il parrucchino avesse ceduto dopo la prima strofa di “Amami di più”... quando cado. 

Commenti

  1. però peccato che sia stato punito dal botteghino, il film non lo meritava.

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