Adharma - Mano ai pulsanti




"Paranormal Discography - I dischi del cassetto", gli album fantasma fatti e finiti ma mai pubblicati da parte di band che si sono sciolte sul più bello. Rendiamo giustizia a capolavori sonori che hanno passato anni ad impolverarsi in quel cassetto dove sono state relegate per i motivi più disparati.
Copiato e incollato dal sito della “famosa etichetta Trovarobato”, che ha dato "luce", è il caso di dirlo a questa lodevole iniziativa.
Si parte con “Un uomo che si pensava quell’altro” degli Addamanera e “Mano ai pulsanti” degli Adharma. 
Gli Addamanera sono stati la prima band prodotta da Trovarobato dopo i Mariposa. Con Trovarobato hanno pubblicato nel 2005 il bellissimo "Nella tasca de il zio", fulgida gemma canterburyana in terra sicula.
Il disco "Un uomo che si pensava quell'altro" è stato concepito tra il 2004 e il 2006 e concluso nel febbraio 2007.
Gli Addamanera si sono successivamente sciolti, ma le loro musiche sono rimaste nel buio di un hard-disk fino a che non è arrivata "Paranormal Discography".

A questo link potete scaricare gratuitamente l'album: 
http://www.trovarobato.com/addamanera-netlabel/un-uomo-che-si-pensava-quellaltro.html

Gli Adharma sono invece  la prima band di IOSONOUNCANE formata nel 2000. "Mano ai pulsanti", registrato nel 2007 sarebbe stato il loro primo LP dopo l'EP "Risvegli" prodotto da Jestrai nel 2005.
Ma gli Adharma si sciolsero prima della pubblicazione dell'album. Il disco vede la presenza di ospiti quali Valerio Canè (ai tempi non ancora nei Mariposa) al theremin e Dario Licciardi (ora nel duo Everybody Tesla) ai synth.

Fatte queste doverose premesse, giudicare un album fra virgolette mai nato, sarebbe quanto meno ingiusto o ingeneroso, ma davvero non possiamo che elogiare questo lavoro di riscoperta dell'etichetta e soffermarci quanto meno sugli Adharma, che "non rilasciarono purtroppo" davvero un ottimo album, che ha una forte base prog, con ovvi rimandi, ma che si muove su vari registri stilistici che ne fanno un piccolo gioellino, sicuramente da “scoprire una volta per tutte”, anche per conoscere il background di un artista come Io sono un cane, che è stata una delle più piacevoli e interessanti scoperte di questi ultimi anni.

 Vediamo cosa recitavano le note stampa della band all’epoca:

“Mano ai pulsanti è un disco-concetto sui media italiani ed in particolar modo quello televisivo. Nello specifico, sulla violenta, e allo steso tempo narcolettica, deformazione della realtà attuata, appunto, dai media stessi. È un disco, quindi, sull’esser cittadini italiani nel 2007. 
E’ un atto di resistenza che non può che essere interno al potere, al sistema, al quale ci si vuole, quanto possibile, contrapporre. Questo, senza appartenenze ideologiche o partitiche, poichè ciò che si vuole attaccare è uno stato di cose super-partes. Per queste ragioni si è scelto di utilizzare lo stesso linguaggio, gli stessi termini, lo stesso immaginario, gli stessi slogan mediatici, per rovesciarne, in modo quanto più violentemente critico, il senso.  
Il tutto con la cornice estetica di una proiezione cinematografica, che intende aggiungere uno strato visivo al fraintendimento tra realtà e sua rappresentazione.”

Anche in questo caso potete scaricare gratuitamente l’album sul sito della “famosa etichetta”, all’indirizzo:
http://www.trovarobato.com/adharma/mano-ai-pulsanti.html

“La vita in diretta”: coi synth in evidenza uno splendido brano di matrice prog, pervaso da ariose aperture melodiche, apre questo album nel migliore dei modi:
“ sotto i balconi dei palazzi popolari col mutuo consenso dei lenzuoli di lina il sindaco disse a memoria una messa in latino e sopra la chiesa gabbiani da immondizia cagavano i piedi della statua del cristo, il consiglio comunale giurò che non era previsto, il pubblico in studio i microfoni accesi sistemava la giacca si lasciò toccare poi il padre eterno in diretta si volle riscattare si volle dissociare”

“Per i balli di domani”: cupo e malinconico, con la voce quasi sopraffatta dagli strumenti dopo la strofa spoglia, per una coda strumentale alla degna di nota, ricca e nervosa: 
“e io mi lascio amare”

“Lolloi”:simil ballad dark, che parte impreziosita da spunti prog, per deflagrare su atmosfere che ricordano i Depeche Mode:
“che Dio me la mandi buona al risveglio domattina”

“Mano ai pulsanti”: un beat convulso per la titletrack, che vede un dipanarsi trascinante di fiati e piano e uno dei testi migliori del lotto che cita addirittura Cecchetto e Sabani:
“con i figli al manicomio e la vergogna sotto sale, la repubblica affidata al televoto popolare”

“Colpo Grosso”:una banda popolare ad aprire le danze per subito scivolare sui toni decisamente più morbidi e rassicuranti di una melodia lasciata inespressa, come forse a voler “immedesimare un paese, l’Italia del 2007”:
“ e guardare di nascosto in mutande Colpo Grosso”

“La gabbia nel mare (pt.1)”: atmosfere naturalmente prog,  coi fiati in evidenza e i cambi di tempo tipici del genere e ancora la splendida parte finale, della prima parte si intende con l’organo in evidenza:
“ali sulla spiaggia ali da contare cerchi di anime in fuga alla gabbia del mare”

“La gabbia nel mare (pt.2)”: desolazione e terrore, null’altro da aggiungere, per questo minuto e mezzo circa di urla e rumori.

“La gabbia nel mare (pt.3)”: è un pianoforte a cercare di sovrastare lo sconforto della seconda parte e una batteria marziale, ma la voce simil robotica, ci riporta all’attualità per così dire, a cui fa seguito una fuga ancora di stampo prog, come a voler fuggire da tutto questo dolore:
“arrivarono le bombe, sembravano coriandoli” 

“Rue de Rivoli”: pianoforte, voce e soprattutto “cinema” per questa traccia che chiude questo “album fantasma”... fino a ieri, in modo delicato, avvolgente e coinvolgente:
“e allora ciao, titoli di coda mentre me ne vado inciampando sulle scale”

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