Povero Sboro - Mad Creudo



Povero Sboro è il nuovo disco, rigorosamente autoprodotto, dei Mad Creudo. Un duo acustico, elettrico, sperimentale, poliedrico, polistrumentale, polivocale, demenziale, a tratti minimale, insomma un po’ di tutto, “dislocato nelle terre del nord” (per usare una loro definizione), e presente sulla scena musicale “underground” dal 2005. Hanno pubblicato 7 dischi, tra album ed EP, e quest’anno ci stupiscono ancora con 25 nuovi brani, dai titoli spesso impensabili, per una durata totale di 33 minuti circa.

I due “mad” prendono lo spazio, il tempo, il suono, ne fanno un amalgama che poi scompongono, destrutturano, senza una logica precisa, o per lo meno con una logica lontana, lontanissima, dall’umana comprensione, e ne fanno materia plastica, informe, componibile e ricomponibile, un gioco da bambini. O forse non proprio.
Da quel pastone sonoro, variamente aggregato e integrato ne derivano suoni unici, irripetibili, autoreferenziali, che pur tuttavia, e questo lo si intuisce dopo diversi ascolti, hanno un senso compiuto solo se accostati tra di loro.
E’ un’operazione ingegnosa e degna di nota poiché questi pazzi manipolatori di suoni e di menti, sembrano sapere il fatto loro.
Musica informale, per non dire incomprensibile, che diventa formale nella misura in cui capiamo che qui si sta parlando di sperimentazione musicale allo stato puro.
L’arte per l’arte, diceva qualcuno. Sperimentazione per sperimentazione diciamo noi. E lo facciamo con cognizione di causa invitandovi all’ascolto di questo progetto all’apparenza strampalato, ma che in realtà dimostra una concezione destrutturante dell’universo sonoro, così come lo si può intendere.
Non ci sono schemi apparenti, ne ritmici, ne metrici, ne tantomeno sintattici.
Non ci sono riferimenti precisi, ma solo e soltanto impressioni sonore, come un pennello che schizza lampi di colore qui e la, in modo casuale.
Il risultato finale è ciò che realmente conta.
L’immersione in uno spazio sonoro non bene identificato, deformato e deformante. Si ha come l’impressione, ad un certo punto, che l’ascolto porti ad una resa incondizionata della percezione, lasciandoci trasportare senza una meta, nei territori più oscuri e insondabili.
Lentamente il disco si evolve. Si colgono diverse stratificazioni. Una iniziale decisamente più demenziale, una centrale improntata all’onirismo, e una finale sperimentale.
I brani hanno durate variabili. Si passa da brani di soli 29 secondi a brani che in 5 minuti sembrano racchiudere intere sinfonie. E lo spaesamento e totalizzante e coinvolgente.
Le incursioni vocali sono dei flash che rischiarano un ambiente prettamente strumentale. I paesaggi sonori sono mutevoli e cangianti. E questo avviene con rapidità, cioè sfruttando la brevità dei pezzi.
Riffs e accordi di chitarre, arpeggi dolcissimi e malinconici filtrano attraverso incursioni rumorose di oggetti non bene identificati. Oggetti d’uso quotidiano, addirittura il rumore di uno sciacquone, miscelati a suoni sintetici formano un quadro ricco ed intenso di sonorità noise, stravaganti, naif, tribali, psichedeliche.
La ricchezza timbrica derivante da l’ensamble strumentale utilizzato fornisce all’ascoltatore un’infinità di gradazioni tonali.
La risultante è una complessità interna che si percepisce solo, e lo ribadiamo attraverso un ascolto accurato che presuppone una condizione di abbandono sensoriale.
Ciò che inizialmente appare come un semplice gioco, passo dopo passo, si trasforma e si rivela come qualcosa di nettamente più articolato.
La sperimentazione a tutto tondo.
L’indagine di ciò che si può raggiungere, di tutte le infinite sfumature e gradazioni timbriche e cromatiche si affianca all’esigenza di una ricerca su nuove possibili strutture della forma musicale.
Tutto ciò che è suono o rumore è integrabile, è funzionale e può interagire con il suono tradizionale allo scopo di creare una nuova musica priva di vincoli o di sovrastrutture predeterminate.
La magia del suono che è fine a se stessa e che non ha altri scopi.
Un gioco da bambini con qualcosa in più.

Potete ascoltare e/o scaricare l’album in streaming dal seguente link:
http://www.jamendo.com/it/album/97382

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