I Soliti Idioti di Enrico Lando



Cinismo e stereotipi e accenni alla commedia all’italiana “quella vera”... se ne è forse parlato troppo di questo film, che dal successo televisivo supera l’esame “adattamento cinematografico”, accentrando la storia base su padre e figlio De Ceglie, demandando agli altri personaggi della serie il ruolo di caratteristi, più o meno riusciti.
Una trama che è poco più di un pretesto, per dare libero sfogo ai tormentoni televisivi, racchiusi in scenette che si ripetono tutte uguali, come era prevedibile del resto e dove magari si poteva continuare a insistere nella parte finale, nella trasformazione del figlio, anche se in questo caso, le avvisaglie dovevano essere introdotte molto prima.
Per quanto riguarda “le altre situazioni comiche”, è riuscita quella della “coppia omosessuale”, con canzoni e balletti che diversificano il film, gli danno quasi “aria” per così dire, sufficiente benchè ridotta a meri siparietti, quella del “ragazzo-pacco” e la signora “sono subito da lei”, deficitaria e alquanto inutile, risulta invece “la coppia snob”, anche se la sua valenza filmica, sta nel dare il giusto contraltare, almeno nelle intenzioni si intende alla coppia omosessuale.
Si è detto e scritto decisamente troppo di questo film, come dicevamo all’inizio, sia da parte di Valsecchi, il produttore, che fa il suo mestiere, ci mancherebbe, nell’annunciare un nuovo caso “Zalone”... ci permettiamo di dissentire fortemente in questo caso, in quanto Zalone soprattutto nell’ultimo film, si è dimostrato oltre che campione d’incassi anche un fuoriclasse assoluto, per certi versi il futuro della commedia all’italiana... e non ci vergogniamo di dirlo... abbiamo letto di parallelismi niente meno che con “I mostri” di Dino Risi... o addirittura di film che sancisce in qualche modo la fine del berlusconismo...
Diciamo dunque che caricare un film, che viene da un prodotto televisivo di successo, comunque di nicchia di simili aspettative, sia deleterio in primis per il film stesso, perchè “lo spettatore” si aspetta che il film travalichi il concetto stesso che esso rappresenta... ovvero puro divertsmant, scorretto... ma fino a un certo punto si intende... perchè quando “i dai cazzo, tanto per citare la battuta più ricorrente” sono così reiterati finisce inevitabilmente che le gag si assomiglino tutte e le risate vengono meno, specie per gli aficionados della serie... cosa che invece funziona negli episodi degli altri personaggi minori o nella gag dello sportello.
Possiamo concludere asserendo che l’operazione in se, scevra da sovrastrutture e analisi sociologiche, “illogiche per noi” risulta comunque discreta, se invece allarghiamo il discorso e si fanno i paragoni con I mostri, Il sorpasso e “spogliarelli celebri”... beh, c’è il rischio di prendere il tutto troppo sul serio e si finisce col perdere di vista quello che il film può dare realmente.

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