Rooms - Fabrizio Cammarata & The Second Grace



Fabrizio Cammarata è tornato e non solo dall'America, relegando a prima vista intanto i Second Grace a band di supporto, infatti per questa seconda prova sceglie di presentarsi appunto come Fabrizio Cammarata & The Second Grace, ma poco importa a dire il vero, perchè pur sempre di graditissimo ritorno stiamo parlando.
Un album intimo e non poteva essere altrimenti, che fa venir voglia di perdersi in queste "stanze" dopo pochi accordi di chitarra.
Con JD Foster alla produzione  (Calexico, Capossela) e anche Joey Burns  e Jairo Zavala dei Calexico, a beneficiarne è sicuramente il suono d'insieme, che risulta essere assolutamente internazionale.
Un disco impregnato di ballad folk ma che regala diversi e gustosi sapori, a cominciare dal country (ma anche dalle atmosfere quasi western, dagli inserti blues, dalle marcette beatlesiane, dai suoni cari a Tom Waits o al Jeff Buckley più acustico o ancora alla ricerca musicale dell'ultimo De Andrè, tralasciando ovviamente veri e propri numi tutelari come Bob Dylan o Nick Drake), specie negli arrangiamenti indiscutibilmente eccelsi, che per cura dei particolari toccano davvero l'eccellenza.
Su tutto una voce che inebria senza mai esaltarsi o giocare al virtuosismo sterile, ma è sempre efficace e assolutamente inserita in un contesto ben definito, che è quello di una "poesia piccola" per così dire, dove le parole sembrano si raccogliersi su se stesse, ma sanno di essere ben custodite in queste "stanze" dove ribadiamo, perdersi, è puro piacere.
  
“All I know”: trasognanti arpeggi di chitarra per una delicata ballad folk, con percussioni appena accennate che appaiono e scompaiono e qualche nota di piano a impreziosire il tutto:
"I' can't just sit here all alone cause I've grown too old"
“Alone & alive”: le atmosfere si incupiscono... siamo su un folk/western per intenderci e anche le percussioni sempre sotto traccia risultano stavolta più incisive e donano al tutto un incedere ritmico molto suggestivo, che fa un pò Tom Waits,  colorato sul finale dagli effetti delle chitarre elettriche:
"I'm alone & alive"

“Misery”: suggestiva marcetta folk, con inserti country,  che trova per così dire "pace" nel ritornello:
"I'm sorry... misery misery come on!

“Down down”: un arpeggio scuro e ipnotico, punteggiato dal violino e dalle percussioni che sembrano procedere come zoccoli di cavallo, col ritornello ripetuto più volte, da segnalare l'accorata coda finale:
"Down down i wanna go on... you believe"

“Aberdeen lane”: deliziosa ballad costruita sulle chitarre, acustiche ed elettriche e sulla solennità del ritornello col crescendo oscuro delle pelli, fino all'apice strumentale che chiude il brano:
".. and can remember the snow"

“Mount pellegrino”: una storia siciliana e beatlesiana, ampiamente riuscita, grazie ai vari cambiamenti di toni, chiaro/scuri e lirismo, con gli appropriati effetti nelle pelli a risaltare e dove la voce del nostro tocca uno dei vertici delle interpretazioni dell'album:
"In Palermo there is a town"

"Myriam":delicata ballad, che dopo una prima parte chitarra e voce (e passi di zoccoli di cavallo) e il piano a regalare intimi momenti si arricchisce di inserti di violino a suggellare un' atmosfera a tratti bucolica:
"on me is lover now on my mind there is me real"

“Pole kitoto”: una marcetta folk rallentata con un ritornello cadenzato e incisivo:
"...whit our secretley seen goodnight take wash you want for me"

“Me and the rain”: armonie melodiche assolutamente ineccepibili alternate a spruzzate di blues, col rodhes sul finale in evidenza:
"and now is just me and the rain"

“Highlake bay”: una sorta di ninna nanna dove risplende inevitabilmente e ancora una volta la voce di Cammarata:
"I wanna live"

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