Intervista ai Madreperla



Fabio Prevedello Gorgoni: voce, chitarra elettrica, chitarra acustica; 
Teodoro Pizzolante: chitarra elettrica, chitarra acustica, non che autore di testi e musiche; 
Giuseppe Nobile: basso, voci; 
Andrea Del Vecchio: batteria, percussioni:
Sono i Madreperla, gruppo romano, che nel corso di quest’anno ha rilasciato un ottimo album d’esordio: “La noia è una vostra invenzione”, che può contare sulla produzione artistica di Pino Marino e della partecipazione in un brano di Roberto Angelini.

Noi, per farveli conoscere meglio, abbiamo realizzato questa interessante intervista con Teodoro Pizzolante:


Innanzi tutto complimenti per questo esordio assolutamente convincente, che denota una coesione importante, non perdendo in freschezza... Un’attitudine decisamente rock, eppure dalle note stampa, siete partiti come trio punk/wawe... come è avvenuto questo passaggio, che ha poi portato alla realizzazione di questo primo lavoro?

Il nostro percorso fino ad oggi ha delle tappe abbastanza nette, visibili anche dall'esterno per quegli affezionatissimi che ci seguono dall'inizio. L'esperienza in trio è stata tanto breve quanto produttiva, siamo riusciti a creare dal nulla un buon giro di interesse, tra radio e pubblico, con un promo registrato dopo pochi mesi e tanti concerti. Quella produzione e quel modo di fare musica così spontaneo, con meno ricerca e più cuore (punk in quel senso), che all'inizio ci ha entusiasmato, col tempo ha iniziato a diventare un limite a livello compositivo. Inoltre io e Fabio, entrambi chitarristi, dovevamo dividerci il basso, altro limite espressivo compensato con effettistica, uso esclusivo del plettro e linee molto semplici (wave in questo senso). Le nuove esigenze ci spingono prima a trovare un bassista degno di questo nome e poi a raggiungere l'equilibrio finale con l'arrivo di Andrea alla batteria. Il risultato è il quartetto rock "duro e puro",  un'amalgama sonora distante dai vecchi brani, sempre spontanea e compatta ma più ricca, con nuove soluzioni possibili e nuovo spazio per gli arrangiamenti. Siamo arrivati alle porte del disco con 20 brani registrati, e lo scarto qualitativo tra la nuova produzione e la vecchia è stato subito così evidente da renderci molto semplice la scelta degli undici titolari dell'album. 

Avete un metodo standard di lavoro oppure... in sostanza, come nasce un brano dei Madreperla?

Tutti i brani del nostro primo album nascono da una struttura testo/musica scritta individualmente e poi proposta al gruppo in forma voce e chitarra. La canzone esiste nella sua forma più semplice per poi essere elaborata e trasformata nella sua versione definitiva. Si cerca il tempo giusto, la tonalità, si arrangiano insieme le parti strumentali e si costruisce la melodia. In questo momento siamo già al lavoro sui nuovi brani e il nostro approccio alla scrittura sta cambiando, abbiamo testi interi scritti senza musica e brani strumentali da completare con le parole. Mi piace chiamarlo "metodo Mogol", senza lontanamente azzardare il paragone.


Com’è stato lavorare con Pino Marino, un autore che tra l’altro noi di Shake apprezziamo tantissimo?

Pino è un amico e un maestro, e la sua longa manus è stata tanto poco invadente quanto importantissima per noi. Ci ha seguito fin dall'inizio del nostro lavoro senza mai andare ad intaccare il nostro flusso creativo naturale, vedeva sempre la soluzione che noi non ci accorgevamo di avere sotto il naso ed era spesso con noi alle prove, specialmente nella fase precedente l'ingresso in studio di registrazione. E'stato un consigliere esperto e creativo e ha il merito di aver valorizzato il nostro potenziale avendo chiara in mente la parte del nostro lavoro che avrebbe dato i frutti migliori.

In “Il primo giorno del mondo” c’è anche Roberto Angelini e vista anche la produzione artistica di Marino, cosa ne pensate della scena romana, indipendente e non? E di quella italiana più in generale?

Pino Marino e Roberto Angelini sono due grandi cantautori, anche "colleghi" in alcuni progetti (Collettivo Angelo Mai), e fanno parte di una leva cantautorale che a Roma ha una lunga ed importante tradizione, e che molti anni fa aveva il Folk Studio come punto di riferimento. Probabilmente è questa la specialità musicale capitolina, e loro ne sono due grandi interpreti. Purtroppo il divario tra la condizione di un artista indipendente e quella di uno sotto contratto con una major diventa soffocante; se penso che i dischi non si vendono, si fanno pochi concerti perché ci sono poche opportunità, e si fatica ad avere visibilità e promozione, non vedo altro che una necessità vera di fare musica come unico movente per gli appartenenti alla scena italiana nell'universo indipendente. Il musicista indipendente non conosce la parola "remunerativo", compie sforzi che verranno forse un giorno ripagati, ma lo fa perché è assolutamente necessario. Non è come fare un lavoro. Credo che nonostante le nuove rivelazioni la musica italiana abbia un grosso potenziale che rimane inespresso o inascoltato, nascosto dietro le grandi emittenti radiofoniche o i talent show di importazione.


Come vi è venuta l’idea di riprendere “Che cosa sono le nuvole”?

Prima di "Che cosa sono le nuvole" l'unica cover che suonavamo era "Privè" dei Massimo Volume, un gruppo a cui siamo molto affezionati. Era il periodo in cui Emidio Clementi era ritornato allo scoperto con il progetto "El Muniria", e ascoltando la nuova produzione dopo l'ultimo album in studio "Club Privè" ci siamo accorti che i Massimo Volume ci mancavano davvero tanto. Così abbiamo preso il riff del brano (circolare ed ossessivo) e lo abbiamo suonato come se fosse una nostra canzone, senza rivelare al resto del gruppo (che non conosceva il brano) l'arrangiamento originale. Il risultato è stato un pezzo dei Madreperla con testo e musica presi in prestito da un grande nome della musica italiana (tra l'altro metà delle parole di Privè è di Manuel Agnelli). A posteriori ci siamo accorti di esserci imbarcati in un lavoro piuttosto rischioso ma molto stimolante e produttivo, lontano dal classico approccio alla cover. Così abbiamo alzato il tiro azzardando con altri grandi del passato, in questo caso Modugno e Pasolini, mantenendo lo stesso fortunato metodo e dando alla luce un classico della canzone italiana in una moderna versione rock. la più grande soddisfazione è stata fare arrivare la nostra cover alle orecchie di Franca Gandolfi (moglie di Modugno) che ha commentato "è arrabbiata, come era Domenico da giovane". Il caso poi vuole che sia Emidio Clementi che Domenico Modugno avessero tra gli intimi il vezzeggiativo "Mimì".


Il video di “La noia è una vostra invenzione” è stato girato dagli autori di Freaks, web series che sta spopolando su youtube, com’è nata questa collaborazione?

Abbiamo conosciuto Matteo Bruno e Claudio di Biagio per caso, guardando uno dei video demenziali che li hanno resi delle "Tube-celebrities" qualche mese prima della fortunata avventura di Freaks. Li abbiamo contattati, insieme ad altri, mentre cercavamo un regista per il nostro primo videoclip, a cui volevamo dare un'impronta seria ma allo stesso tempo sagace e divertente. Ci siamo ispirati ad artisti come Foo Fighters (quasi tutta la produzione video), Beastie Boys (Sabotage) e Eagles of Death Metal (I want you so hard). Abbiamo dato poche indicazioni ai due giovani videomaker, con i quali ci siamo sentiti subito in sintonia, e ci siamo fidati ciecamente del loro immaginario brillante e perspicace e della loro tecnica, lasciandogli praticamente carta bianca, e il risultato è stato anche oltre le nostre aspettative.

Il vostro album è in free download, supponiamo quindi siate a favore delle possibilità che internet offra per farsi conoscere... la domanda è, pensate che in futuro saranno sempre più i live a determinare il successo in termini economici di un musicista o..?

Pensiamo che le cose più belle siano quelle regalate, non abbiamo considerato neanche una volta di fare un disco da indipendenti per guadagnarci. Per rientrare di tutte le spese di produzione e promozione che abbiamo sostenuto per dare alla luce "La noia è una vostra invenzione" ci vorrebbero dieci anni di concerti ben pagati. Facciamo musica perchè non possiamo farne a meno, e il download gratuito è una possibilità in più per promuoversi ed accrescere le fila dei sostenitori. Ci guadagnamo in appagamento, che si sa, non riempie la pancia, ma forse non potremmo vivere a pancia piena lontano dalla musica. Il futuro dove i live sono l'unico sostentamento dei gruppi è già arrivato da tempo, e tutti i nostri guadagni sono reinvestiti nel progetto.


Avete diviso spesso il palco con grandi artisti (Afterhours, Umberto Palazzo, A Toy’s Orchestra...), a quali di questi vi sentite più “affini”? E di conseguenza quale/i live ricordate con maggior piacere?

Suonare insieme agli Afterhours è stato sicuramente un traguardo nel nostro percorso, è il gruppo italiano con cui ci siamo fatti le ossa (anche in senso letterale ai loro primi concerti di "Hai paura del buio?") e con cui siamo cresciuti e maturati musicalmente parlando. Gli After sono sicuramente un faro nel modo di fare rock in italiano insieme a band come i già citati Massimo Volume, i Verdena, Il Teatro degli Orrori e Giorgio Canali. Un'esperienza che ricordiamo è stato il concerto con i Deasonika e le Vibrazioni al Roma Rock Festival del 2007, il nostro primo grande evento su un palco importante, dove siamo stati apprezzati con grandi applausi da parte di un pubblico molto numeroso ed allenato ad ascoltare questo genere di musica. Solitamente il destino del gruppo di apertura non è facile da digerire. Mi viene in mente un altro aneddoto…sempre nel 2007, dopo un concerto con Giorgio Canali e Le luci della centrale elettrica al Viper di Firenze, si apre la porta del nostro backstage ed entra Bugo, apparso dal nulla, per farci i complimenti per i pezzi e la performance in particolare. Sappiamo vivere di queste piccole soddisfazioni, come essere stati ospiti la scorsa estate a Losanna in Svizzera sul palco della "Festa europea della musica" in veste rappresentanti della scena rock indipendente italiana. Di sicuro un'altra esperienza indimenticabile.

Domanda finale di rito, progetti per il futuro... Album, collaborazioni, date?

Il primo disco è uscito all'inizio del 2011, una produzione indipendente ha un ciclo di vita molto più lungo dei dischi sotto major, quindi continuiamo con la promozione del nostro lavoro anche attraverso l'uscita di un nuovo singolo estratto da "La noia è una vostra invenzione", i passaggi in radio e in tv con il videoclip. Faremo alcune date a Roma fino a Gennaio (il 2 e il 21 dicembre rispettivamente al Traffic Club insieme ai Fonokit e all'8millimetri in un set acustico, il 6 gennaio al Contestaccio), poi ci fermeremo un po' con i live per scrivere il secondo disco. Siamo già a lavoro sui nuovi brani, ma preferiamo non sbilanciarci in anticipazioni. 


Grazie ragazzi per la vostra disponibilità, in bocca al lupo e teneteci informati

Grazie a voi di Shake che amate la buona musica. Sostenete!

Se volete ascoltare l’album o saperne di più sui Madreperla:
http://www.madreperlaband.it/

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