La nausea - Muleta



Un retrogusto da prima new wawe, post/punk, infarcito di cambi di atmosfere elettro - acustiche, ballad minimali e accelerazioni appena accennate... essenziali e profondi, con la produzione del vate Canali, i Muleta per Black Nutria Label, esordiscono con queste otto tracce, giocando tutto sulla sottrazione, sull’essenza canzone, che non ha bisogno di troppi orpelli per essere apprezzata.
La brevità dell’album in se non ci permette giudizi completi o giammai definitivi, ma questi ragazzi si fanno ascoltare piacevolmente e sanno comunicare. Da tenere sicuramente d’occhio.

“Carmine”: “... vorrebbe di più”, coi riff di chitarra che sembrano un’evoluzione di quelli di Boys don’t cry, la struttura del brano ha un non so che di retrò, la ritmica è appicicosa e ballabile il giusto, primo singolo di certo non a caso:
“Con cosa ti curo adesso?”

“Ehi”: “ a che distanza sono da quello che vorrei?” Altro brano orecchiabile e abbastanza classico, sia nella struttura che per le dinamiche, ci troviamo di fronte ancora a fare i conti con gli anni ‘80.

“La nausea”: ballata acustica circolare che si prende quasi il lusso di non esplodere, scegliendo di rimanere intima e raccolta, scelta azzeccata:
“ ed io con il mio dovrei restare ore appeso a un cappio gridando che va tutto bene...”

“Invece no”: “ credi di essere soltanto ciò che non sei”... assalto all’arma bianca e improvvisa sterzata con riuscita pausa acustica dai tocchi psichedelici, uno dei brani più originali del lotto:
“io non vedo niente”

“Senza fiato”: continua l’alternanza dei toni in questo brano, con i lavori della chitarra elettrica che si prendono la scena, dando i colori necessari all’appeal del pezzo:
“anni spesi a dilaniare il vuoto e mi ritrovo adesso senza nessun riscontro”

“Dino”: sostenuta ballad rock, ancora con la chitarra elettrica sugli scudi, sia nel punteggiare adeguatamente la struttura ritmica, sia nei soli:
“e tutto quello che avevi di buono e che non sapevi perdere... forse bastava soltanto un secondo di più...”

“Niente”: ancora soluzione elettro-acustiche tutte di un fiato:
“tanto non sento niente...”

“Con i vermi”: suggestiva e intensa ballad, la traccia che chiude questo album d’esordio è quella che più di tutte si avvicina al repertorio di Canali, acustico si intende, con la batteria che gioca sui tom  a dare un ritmo marziale... con le chitarre a tessere trame... con sentito crescendo finale: 
“vedrai che avremo ancora un posto per noi... si, con i vermi...”

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