Non avere paura del buio di Troy Nixey




Trovare una regia, di un esordiente tra l'altro, Troy Nixey e una fotografia di Oliver Stapleton così eccellenti, per una classica sceneggiatura di genere è cosa rara davvero... come è un peccato trovarsi di fronte a una narrazione che non fa alcunchè, per rivitalizzare in qualche modo i clichè abusati del genere... dove tra l'altro non ci saremmo aspettati, ovvero il deus ex machina, Guillermo Del Toro... ma tant'è.
La trama e il suo diramarsi risultano infatti essere un copia e incolla bello e buono, rinfrancato dall’impossibilità stessa di citare tutti i film... suspence e effetti speciali, si perdono via via, con la tensione narrativa che non c’è in alcun modo... per non parlare della credibilità filmica, che va a farsi benedire in standard risibili dopo dieci minuti anche per la miglior predisposizione possibile di un fantomatico spettatore ideale... dove la bimba in pericolo, una comunque eccellente Bailee Madison, ragiona meglio di tutti gli adulti presenti a partire dal giardiniere, che si ritrova scritto in fronte... "io so tutto e... sono il primo a morire..."
Si salva, ma non sappiamo se sia voluta ovviamente, una critica alla famiglia moderna fra virgolette, con sindrome di abbandono annesse, che riabiliterebbe certi passaggi... ma il condizionale è d’obbligo assolutamente... e Katie Holmes, l’unica che abbia un minimo di aderenza al suo personaggio... Guy Pearce non si sa se è uno stoccafisso per esigenze di copione, nel senso, che quasi quasi avremmo voluto un suo intervento in chiave per così dire maligna... quasi a giustificarlo, ma niente...
Cinema da pop corn insomma, girato magnificamente si intende, decisamente troppo poco però per spenderci dei soldi e francamente evitabile anche per una visione casalinga.

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