Hugo Cabret di Martin Scorsese




“Cercando quale sia lo scopo di ognuno...” Scorsese dirige una squadra di attori in stato di grazia (Asa Butterfield, Chloë Moretz, Ben Kingsley, Jude Law, Christopher Lee e Sacha Baron Cohen), al servizio di una vera e propria “macchina” narrativa, dove perdonateci i giochi di parole e le citazioni... "meccanismi rotti da aggiustare in un tempo incantato", rigorosamente “in un palazzo fatto di vetro”, automa e anima si incontrano, per amore del cinema e della vita, in quanto sogno.
Del resto “che se il mondo è una grande macchina, io dovevo essere qui per un motivo” e ancor più vero, “nessuno aveva mai visto niente del genere prima.. prima dell’invenzione dei sogni”, come l’arrivo del treno in una stazione... è infatti una stazione ad accogliere il racconto, fra favola e magia, tempo e orologi, ma davvero non ci si può liberare dalla forza delle immagini per parlare di un film come questo, che ha uno sguardo puro e incontaminato, "come gli occhi di un bambino", pur fra incubi e binari e che è in primis un omaggio sentito al cinema, un vero e proprio atto d’amore,  “del resto se ti sei mai chiesto da dove arrivano i tuoi sogni”... per uno dei suoi padri Georges Méliès.
Visivamente eccelso e impeccabile,  ad esempio valgano, la saturazione dei colori e le scene di inseguimento, per citare qualcosa di più tecnico, che sono di un godimento cinematografico assoluto,  l’orchestra di Scorsese ci regala questa volta un altro immenso concerto di maestria, sopraffino ed amabile, che sfiora sapientemente le corde dell’emozione quando deve e si ritrae quando può, narrativamente parlando... da un romanzo di Brian Selznick... un film per gli Amanti del cinema, vero e puro, con la A rigorosamente maiuscola.

Commenti

Translate