Solare, fresco, mediterraneo... ma anche intenso, lirico, riflessivo... Pino Daniele torna insomma in perfetta forma ad aggiornare il suo canzoniere, con un album finalmente senza cadute di tono, ricchissimo strumentalmente eppur con il pregio di non apparire mai ridondante, anzi in alcune tracce, il mood è essenziale ma magistralmente efficace, grazie ai riuscitissimi arrangiamenti che fanno si che anche i brani più lineari e semplici, emergano prepotentemente, con le chitarre del maestro in evidenza, come è naturale che sia.
Un lavoro così coeso e godibile all’ascolto non lo ricordavamo dai tempi di “Che Dio ti benedica”, perchè anche il vendutissimo “Non calpestare i fiori del deserto”, aveva nel suo grembo diversi riempitivi... non siamo ai livelli di “Terra mia e Nero a metà ”, ci mancherebbe altro... ma questo è il miglior album di inediti di Pino Daniele da quasi vent’anni a questa parte... e c’è sicuramente di che esserne contenti:
“Melodramma”: classica ballad col pianoforte in evidenza, da notare l’arrangiamento scarno sul quale i soli del nostro si ergono solenni:
“la passione è fuoco e cenere e di colori che dipingono le tele, mettono a nudo la semplicità, noi siamo solo attimi di vivere così”
“Niente è come prima”: “questo mondo senza te non è credibile”... perfetta pop song, venata di blues, punteggiata opportunamente dalla chitarra elettrica, incisiva e orecchiabile, col falsetto dei bei tempi dove Pino Daniele trova anche il tempo per auto citarsi:
“perchè pretendo di più di un gesto semplice, di un mondo facile, di amarsi senza più complicazioni... voglio di più”
“Due scarpe”: altra ballad, che si dipana a tempo di marcetta, che al pianoforte ancora portante aggiunge i violini e i fiati ad accrescere il pathos:
“due scarpe camminano insieme ognuno una vita diversa”
“La grande madre”: la titletrack, invocando “Mamma Africa”, ha l’andamento blueseggiante tipico del nostro, piacevole e godibile specie nelle sterzate elettriche del ritornello:
“senza soldi nessuno ti difende, dipende da come si sente un uomo che può ragionare”
“Wonderful tonight”: delicata e morbida, col tono complice e sentito e la sua maestria allo strumento ovviamente a spadroneggiare:
“ringrazio il cielo per avermi dato questa vita”
“Piedi nudi”: semplice pop song all’italiana che lo splendido arrangiamento, mai scontato nel suo dipanarsi e ricco di inserti strumentali, fa emergere appieno:
“forse non siamo ancora liberi dai ricordi e dalle cose che ci fanno venire addosso i brividi ma a piedi nudi puoi sentire la terra quanta energia c’è”
“The lady of my heart”: traccia strumentale, dal sound mediterraneo e avvolgente, dove la magia delle corde del nostro fanno inevitabilmente la differenza.
“Il primo giorno di primavera”:”muovi l’amore ce ne è sempre bisogno”... altra pop song, molto solare, “vestita per la festa”, verrebbe da dire, con un arrangiamento sontuoso, che si fa perdonare un testo non memorabile:
“fuori dalle regole e dai pensieri della gente per me resti importante come sempre”
“Searching for the water of life”: e come perfetto contraltare del brano precedente, arriva questo brano dal testo sociale, impegnato... con un impianto blues, ma altamente contaminato, con un solo da brividi che improvvisamente rallenta il ritmo fungendo da ritornello, accarezzando le corde dell’emozione... uno dei brani migliori dell’intero lotto:
“Why aren’t we all the same for God above?”
“Coffee time”:trascinante e divertita, assolutamente musicale, con inserti strumentali ampiamente azzeccati, al punto che sembra più una jam che un brano vero e proprio, tante sono le variazioni e tanto è il godimento dell’ascoltatore:
“trova il tempo di prendere un caffè, trova il tempo per stare insieme”
e tant’è una variazione dai toni più cupi che si arriva a “‘O fra”, senza nemmeno quasi accorgersene, dove i soli di chitarra elettrica prendono decisamente il sopravvento.
“I still love you”: a chiudere l’album è letteralmente il virtuosismo del nostro, che delizia le orecchie e tocca il cuore, sviscerando la melodia:
“C’è una risposta sola a tutto quello che non so, una carezza che vola in un giorno di vento”
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