Sospeso tra anni 80 e atmosfere lisergiche, Omid Jazi con la sua voce dal piglio “quasi indolente” e assolutamente versatile e i suoi testi “un pò così” e magicamente incisivi, esordisce con questo ep, irriverente, corrosivo e affascinante, che non smette di stupire ascolto dopo ascolto, tant’è che non vediamo l’ora di ascoltarlo sulla lunga distanza.
Quando “la follia” si mette a disposizione della “struttura” e spostando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, vengono fuori canzoni come queste, che hanno la sincerità del talento che si esprime nella massima libertà del sogno:
“Taglia le paranoie”: rigorosamente “con una sega rotante”... robotica e ammaliante, ironica e trascinante,un miscuglio accattivante di CCCP, Faust’ò e l’arlecchino Camerini:
“esplorando le galassie facendo finta di essere uno di voi, devo ammettere che queste buffonate portano solo guai”
“La molla di Chaplin”: “voglio vincere xfactor... divento matto”... è il Faust’ò più irriverente quello che viene subito in mente, aggiornato con gran gusto:
“sono io mio padre, il ciclo non mi piace”
“Pensiero magico”: “spegni la luce è tutto diverso”, geniale folk ballad, stralunata e psichedelica, dove ad emergere è anche l’intesa prova vocale:
“tu mi piaci, sei fuori più di me... ”
“Ossitocina”: ritmiche e atmosfere che sono una celebrazione degli anni ‘80 e che il nostro si diverte a far sembrare altro, ora saturando l’atmosfera, ora creando ad arte, “improbabili” climax, dissonanti e ipnotici:
“lontano andrai non c’è più me al vento che soffia dal passato”
“Giulietta ha le chiavi”: “se mi vuoi sono qui”... quasi una marcia interrotta che procede a strappi tra suggestioni psichedeliche:
“presto allontanati non voglio debiti e spostare limiti...”
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