Samuele Bersani - 20 anni di carriera da "Il Mostro a Psyco"



20 anni di carriera e tuttora viene definito come il “giovane cantautore” per antonomasia. Forse saranno le sue canzoni che raccontano di gente comune come eroi dei fumetti o di eroi di racconti fantastici come gente comune (e confondere Sandokan con un eroe del Cile libero l’avrà aiutato), forse sarà l’ironia così fulgida ed attenta all’attualità oppure quella faccia da bravo ragazzo spaesato a fare di Samuele Bersani, il “cantautore delle giovani generazioni”. Eppure era la fine degli anni ’90 quando, ad un concerto di Fabrizio De Andrè, questi invitò alcuni “amici” cantautori in prima fila: lui era tra loro, spaesato, ingenuo a chiedersi perché si trovasse tra le maestà della canzone d’autore: De Gregori, Guccini, Fossati. 20 anni di carriera senza poterla godere con il suo Maestro, colui che l’ha scoperto, probabilmente anche colui che l’ha ispirato: Lucio Dalla. Entrambi presenti al Festival di Sanremo, l’ultima commozione nel vedere il suo pupillo sul palco con “Un pallone” e poi via per sempre. Come un cambio di testimone.
Nato 41 anni fa a Rimini, da “padre comunista di Cattolica e madre mezzo soldato”, è vissuto e cresciuto nella cittadina romagnola. Dal palco del “Cambio tour” di Dalla del 1991 al primo disco “C’hanno preso tutto”, il passo è davvero breve, così come la sua fama prima con “Chicco e Spillo” e poi con “Freak”, da cui è tratta la canzone omonima e “Spaccacuore” che lo rendono immediatamente famoso, anzi, l’idolo delle teenegers. Poi però una sterzata netta lo allontana pian piano da quello che stava diventando e si presenta, nel 1997, con il disco che porta il suo nome, contenente “Giudizi Universali” che gli vale il Premio Lunezia come miglior testo letterario, sicuramente, una delle più belle ed intense canzoni della sua carriera e della musica italiana. Lo stesso Ron aveva dichiarato: “Avrei voluto scrivere 2 canzoni nella mia vita: “La donna cannone” e “Giudizi universali””. Da lì in poi si inserisce a pieno titolo tra i grandi cantautori della musica italiana, catturando critiche positive sia con “L’oroscopo speciale”, da cui è tratta “Replay” che lo vide partecipare nel 2000 a Sanremo, sia con “Il pescatore d’asterischi” e “Chiedimi se sono felice”, colonna sonora del film omonimo di Aldo, Giovanni & Giacomo. Poi, nel 2002 esce “Che vita!”, raccolta di precedenti successi contenti il singolo “le mie parole” scritta da Pacifico. In tanti cercano un suo testo, come Mina, Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia, una collaborazione come Concato e Cammariere. Ed ecco arrivare un’altra sterzata musicale per il cantautore trapiantato a Bologna. “Caramella Smog” del 2003, che gli valse 2 targhe Tenco come miglior album e testo (“Cattiva”), è un disco con cui abbandona definitivamente (o quasi) i suoni “finti” ed elettronici tipici degli anni ’80 per affidarsi alla produzione di Roberto Guarino, ricca di strumentazioni che riesce a colmare e a sposarsi con tal perfezione ai massicci testi, che nel disco, sfiorano la politicizzazione. Il disco infatti, doveva chiamarsi “Socio di minoranza”, continuando il percorso con “Lo scrutatore non votante” uscito mesi prima del disco “L’Aldiquà”, in tempo di elezioni. “L’aldiquà” – che mostra i meravigliosi disegni del fumettista olandese Dadara - riconferma la positiva collaborazione con Guarino, avvalendosi di ottimi musicisti come il chitarrista Tony Pujia in “Come due somari”. Il nome del disco, è un’invenzione del comico Alessandro Bergonzoni. Nel 2009 esce “Manifesto abusivo”, nello stesso anno in cui nella trasmissione che “Tempo che fa”, Fabio Fazio e Dori Ghezzi, lo chiamano a reinterpretare “Il bombarolo” in un omaggio a De Andrè. “Manifesto abusivo” è quasi un ritorno alle origini per Bersani, gli strumenti sono più scarni rispetto ai precedenti e c’è un recupero probabilmente voluto, dei suoni degli inizi. L’avverbio probabilmente si riferisce al singolo “Lato proibito” in cui narra uno scorcio di infanzia, o “Bologna”, canzone d’amore verso la città d’adozione. Nell’anno dei suoi 20 anni di carriera, Bersani si rivede a Sanremo nel 2012 con il brano “Un pallone”. Chi è abituato alle sue canzoni lo riconosce all’istante, sempre così ricco di parole, di metafore, di assonanze tra testo e musica che sono ormai diventate una sua peculiarità. La canzone è contenuta nel disco: “Psyco – 20 anni di canzoni”. Se pensate che “Giudizi universali” sia ancora la sua canzone migliore, è l’ora forse di ricredersi. Ascoltare “Psyco” è un connubio di emozioni al ritmo scandito da un loop anni ’80 di batteria e chitarre elettriche: rabbia, solitudine, gioia, empatia, forza, libertà, prigione… ed ancora fuggire via lontano… e ritornare di fretta a guardarsi in faccia… e quella vocina: “ti aiuto io”… Samuele Bersani l’ha definita come la canzone che lo rappresenta meglio, che lo ha liberato, un grido… Molti dicono: o lo comprendi e lo ami o non lo comprendi e non lo amerai affatto. Per noi vale la prima…

“Se piango in acqua non si nota e in mezzo agli altri si consiglia di sorridere…”

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