Piombo, Polvere e Carbone - Il Pan del Diavolo



Meno immediati, meno freschi, meno d'impatto, ma al contrario più omogenei, più ricchi, più ricercati... è tutta qua la disamina di questo album che ha tutti i pregi e i difetti di un'opera seconda, che è specchio evidente dell'evoluzione del sound dei nostri, che non resta ancorato a "Sono all'osso" ma prosegue il suo percorso artistico nel nome della qualità... percorso per forza di cose in via di definizione e costante crescita. Non era facile per Il Pan del Diavolo rinnovarsi, pur mantenendo il loro marchio di fabbrica, i nostri alla fine compiono appunto un ulteriore passo in avanti. Non tutto fila liscio,inevitabilmente, dove è apprezzabile la voglia di rinnovarsi fa da contraltare infatti una certa tendenza ad ovattare i suoni, a pulire in un certo qual modo "la potenza", associata al fatto che in certe situazioni specie nelle parti strumentali, si poteva osare di più. Ma è un lavoro che fa della sua coesione intrinseca e cura dei particolari il suo punto di forza con i testi che virano stavolta decisamente sul sociale che sono ancora una volta il valore aggiunto della proposta in se.

"Elettrica": cut up e chitarre d'assalto, la traccia che apre il ritorno del Pan del Diavolo, ha il classico stile "nervoso" del gruppo, coinciso e trascinante: 
"il mondo è superficiale oggi la gente ha sempre tanto da fare fumare come macchine a carbone conto alla rovescia delle ore oggi è il mio onomastico è un giorno in cui non si portrà lavorare 
ma porterà notizie a cosa serve tutto questo mantiene la luce accesa nella tua testa una luce accesa"

"Scimmia urlatore": "una persona normalmente composta frigge"... un sound schietto ma anche corposo e ricco, interessanti poi gli inserti strumentali inseriti nel ritornello e le immagini del testo:
"devo cercare il meglio nelle persone e non mi serve sapere dove lo trovo"

"Donna dell'Italia": impianto folk che procede a stoppate e a riff chitarristici, buone le aperture melodiche, anche se il tutto poteva essere maggiormente sviluppato:
"crolla il paese e cade a pezzi e scopre noi che ci baciamo che niente niente vorresti avere attorno tranne che faccia la testa e le mani queste mani"

"La velocità": amara e malinconica, ha un incedere coeso, avvolgente e coinvolgente, anche se la sensazione è che manchi un maggiore sviluppo melodico:
"Quello che vuoi è sempre oltre la gente il muro che ti fa davanti spendi un pò di tempo per te stesso"

"Piombo polvere e carbone": la title track ha il piglio tipico dei nostri, ma l'impatto sonoro è come attutito... sensazione a dire il vero diffusa per tutto l'album, ergo trattasi di scelta tecnica, condivisibile o meno:
"la gente è come nel medioevo la gente piscia e caca fuori dal balcone con ciminiere fra i rami di elettroni"

"Dolce far niente": uno degli episodi che si avvicina al sound del disco precedente con la ritmica cupa e ossessiva e gli accenni folk/blues ben assestati, con l'armonica in evidenza:
"non ho un lavoro non ho un impegno ho sonno e non curanza"

"Vento fortissimo": cavalcata folk con la slide guitar in evidenza, giocata ancora una volta "sulla ripetizione" come base e l'accumulo di orpelli ad arricchire il corpus strumentale... con un ottimo ritornello:
"quanto ti prendi sul serio quando pensi di avere il salto nella competizione succede di tutto"

"Libero": una marcia dal sapore western, epica e trascinante, "per restare libero e vero"... grazie alla ripetizione costante degli accordi della chitarra che accrescono la tensione:
"sai tenere un cane un animale in casa e lo riesci ad amare per quanto è lungo il collare"

"Fermare il tempo": "a volte ti suggerisco quello che mi va di essere"... ballad "sospesa" con aperture melodiche degne di nota nel ritornello e una convincente coda strumentale:
"e poi ho saltato scuola oggi per sviluppare una coscienza alternativa per sfogare la rabbia e ridere"

"La Viliore": il brano si regge sulla chitarra acustica con gli altri elementi a dar per così dire profondità di campo alle suggestioni evocate:
"io non posso negare che le cose ci scuotono nel profondo e facciamo finta di niente"

 "La differenza tra essere svegli e dormire": atmosfera sulfurea e ipnotica, un mood psichedelico che gode dello splendido lavoro delle chitarre:
"senti il tuono o il fulmine ?"

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