Energia "carnale e viscerale" all'attacco della "eroina" forma canzone / pop... con tanto di critiche più o meno velate... cazzate... con tanto di cazzotti all'industria dei dischi...
e senza un attimo di tregua se si esclude, ma neanche tanto, la ballad con Colapesce, del resto "che oggi piaccia o no ci gira così cari amici"... un album vitale come non mai, dove l'ironia corrosiva di Mezzala e soci trova sfogo in brani arrangiati come si deve, pieni di contorni ma mai stantii... in una forma precisa racchiusi, ma mai domi, standardizzati, dove più che alla sorpresa i nostri puntano decisamente alla sostanza, a un arricchimento del linguaggio noto, con termini inconsueti per quella forma, che è pop, come dicevamo all'inizio e come mai prima nella loro storia. Ma non si può tralasciare il fatto che questo album sia in primis una critica al sistema commerciale italico, tanti, troppi i riferimenti nei brani per far si che il discorso vada perduto e allora... il tutto si può racchiudere in tre fasi ben distinte, il pop visto alla "vostra" maniera, ovvero come lo faremmo noi "Numero 6", se avessimo la possibilità di aspirare all'hit parade e sono le prime 4 tracce, il pop declinato invece alla "vostra" maniera, ovvero come lo volete voi e sono le altre 5 tracce... e dulcis in fundo, il pop come lo vediamo noi, realmente, come del resto lo abbiamo sempre fatto... e infatti sono le tracce migliori del disco, come volevasi dimostrare:
"Mi arrendo": "concrete e semplici sono le cose che mi chiedi di concederci, montiamo un tavolo... e a queste banalità io mi arrendo"... quotidianità e piccole cose in un brano ottimamente strutturato con la giusta alternanza di pause e ripartenze con le parti strumentali affidate ai fiati:
"posso offrirti un nuovo lato di me se vuoi"
"Low cost": "perchè la volontà non basta, siamo fatti di carne, è una scusa che lascia il tempo trovato con te, detto questo sai non è obbligato tornare insieme"... molto melodica, che procede coi riff di chitarra in evidenza e un suggestivo e improvviso intermezzo strumentale nella parte iniziale, mentre successivamente i nostri riempiono per così dire gli "spazi" adeguatamente comunque, accostandosi a "forme" più accessibili, declinando correttamente il verbo pop.
"Scappa via": "mandami una cartolina anche se sei in città, ho bisogno di sentire un pò di fisicità"... altro brano pop di facile presa dove vale il discorso fatto per il primo brano, ovvero strutturalmente ineccepibile:
"Candy scappa via prendi il fumo e vieni a casa mia, non resisto, lasceremo al down tutto il tempo che gli servirà"
"Crash!": tutta giocata sulle chitarre, un sound molto english, post new wawe, molto Rem, a narrare la storia di un incidente:
"non ti fare domande una donna importante è una donna importante"
"Storia Precaria":"di fabri fibra ho la mail di jay z la comprerei mi do da fare lo sai, ma il contratto arriva mai"...
i nostri si spostano su territori reggae con un testo ironico come nelle migliori tradizioni di Bitossi, con una leggerezza di tono che non ha la sfrontatezza delle dediche a Claudia Koll e a Giovanni LIndo Ferretti ma è comunque un colpo ben assestato, non dispiace anche il lungo strumentale finale:
"amore mio cercavo soltanto di portarti via da quell'infame seminterrato di periferia"
'"Persone che potresti conoscere": ritmiche funky, con tanto di fiati e il basso incisivo e l'ennesima conferma di un'ottima configurazione armonica strutturale per un suono scarno e abrasivo tutto giocato ancora una volte su improvvise ripartenze:
"vincerai l'oscar per il miglior pentimento, la giuria non avrà alcun dubbio a darti tanto"
"Dio c'è": "Giovanni ha l'aids per anni è stato un bel cowboy ora sa che può finire col botto"... la titletrack, mischia due anime quella più electro pop d'assalto e quella più pacata e finisce con tanto di accordi sbandierati... azzardiamo una sorta di presa in giro degli 883, specie quelli di Cumuli? ("to be continued")
"Domatore di coglioni": "il volontariato ci nobilita si sa ma del resto devo farlo non ho scelta"... geniale paraculata che fa il bis con il brano precedente, a questo punto "sembra" manteniamo le virgolette, ufficiale, ai nostri non deve essere andata giù la compilation 883 di Rockit... dove tra l'altro hanno rifatto l'uomo ragno? Perchè l'hanno ritenuta eccessiva? Perchè si sono resi conto di...? Oppure è la celebrazione di Hanno ucciso l'uomo ragno, fatto dallo stesso Max Pezzali? Oppure e chiudiamo qui, hanno capito cosa vuole l'industria musicale?
In ogni caso, l'accoppiata fa centro e culmina col singolone di cui dopo... è quanto meno una risposta altamente convincente alla discografia attuale, considerando anche "Storia precaria"
"Fa ridere": "ma può starci un happy end se accettiamo vite libere", è forse il brano più pop, nel senso di immediato, scritto dai nostri nella loro carriera, ampiamente godibile e ricco di sarcasmo:
"mi vuoi bene per davvero o prendi solo per il culo?"
"La vita sbrana": "invaghirsi di un film guardando il trailer senza aver visto nient'altro mai" trascinante e ricca di sfumature, l'ennesima risposta alla forma "pop"... degno di nota lo strumentale affidato alle chitarre:
"tesoro fa di noi quello che vuoi ma... ricorda che la vita è strana"
"'66": "scusa papà avevo scelto di non parlare mai di noi nelle canzoni che scrivo..." melodia obliqua alla "Numero 6" e grande impatto, forma circolare che si stoppa due volte come a volere inciampare, assolutamente riuscita:
"brindiamo a noi alle cose maestose come la forza che ho scelto di aver"
"Un mare": grande ballad, suggestiva e cadenzata, con la splendida apertura melodica nel ritornello tipica di Mezzala e soci che precede il cantato sussurrato di Colapesce:
"se la nostalgia vuol fare improvvisate a casa mia si accomodi ma sappia che verrà trattata con superficialità"
"A chi è infallibile": "scrivevi questo un paio di anni fa eri un bel coglione ricco sfondato di una noia che sbriciola"... a due voci (botta e risposta), una folk ballad che non smette di arricchirsi con la melodia come sempre libera di sprigionare emozioni:
"con la tua falsa patente di umile"
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