Samsara - Alice



Quanti anni sono passati da Exit? 14, un'eternità, è pur vero che mai titolo a posteriori risulta più appropriato. Detto questo Alice, finalmente ritorna con un disco scritto a più mani e non sempre coeso (inevitabilmente) nel suo interno e qualche caduta di tono qua e la, ma la sua voce è intatta e quando i brani gli danno per così dire l'occasione, Carla Bissi non si risparmia di certo.
Riuscito è il sodalizio con Dimartino, dove è anche interessante vedere il Dimartino solo autore che si mette al servizio, non eccede ma anche quello con Tiziano Ferro, che sceglie la strada opposta al talento palermitano, portando Alice nei suoi territori, alla fine, i brani migliori sono sostanzialmente i loro, buono ma non eccezionale l'apporto di Battiato, non convincenti in toto i brani scritti dalla stessa e in coabitazione, (anche se ben scritti)  riempitive anche se suggestive le cover di Dalla e Russo, francamente inutile quella dei Califfi. Non vorremmo apparire troppo severi ma è indubbio che dopo tanto tempo ci aspettavamo qualcosa di più, ovviamente ci troviamo di fronte a un lavoro valido ma che non convince di certo del tutto, del resto quando si è grandi come lo è Alice "la fantomatica asticella" deve essere puntata necessariamente verso l'alto:

"Morire d'amore": "con la tua passione vuoi reprimere il mondo"... la traccia che apre l'album del grande ritorno, è dedicata a Giovanna D'Arco e si dipana tra atmosfere sinuose e ammalianti, se non sapessimo che il brano è stato scritto da Dimartino avremmo giurato fosse di Battiato:
"perchè solo la bellezza salverà il mondo"

"Nata ieri": un'elettronica leggera che ben si sposa con i cambi di melodia e tono,  in qualche frangente ricorda Brivido caldo dei Matia Bazar, il brano scritto da Tiziano Ferro si distingue anche per l'ottimo arrangiamento, sicuramente suggestivo:
"mi guardo da lontano e vedo una donna sola" 

"Orientamento": "voglio solamente crescere insieme a te"... ariosa e fin troppo semplice nella sua struttura da ballad pop in piena regola, è l'unico brano scritto interamente da Alice:
"guardaci puoi fermare le stagioni o no?"

"Eri con me": "ero con te ma tu non eri con me" eterea e suadente, ipnotica nel ritornello, quasi uno scioglilingua, tuttavia qualcosa manca, forse il caratteristico piglio della voce messo un pò sottotono che gioca a fondersi con la musica che confonde, di certo l'effetto è voluto, il brano è della consolidata coppia Battiato Sgalambro: 
"ciò che deve accadere accadrà perchè è già accaduto"

"Un mondo a parte": "dove gli altri sono esclusi e solo noi sappiamo dove entrare" scritta con una sincerità /semplicità da Dimartino disarmante e arrangiata meravigliosamente:
"svelando i segreti di questa religione a due"

"Come il mare": "svegliati presto dimmi l'anima è immortale" di Dibenedetto e Dimartino, eterea e sensuale, la traccia si dipana abbastanza scorrevole e suggestiva... raffinata:
"essere vivi delicata meraviglia"

"Cambio casa": "se il dolore fosse conforto starei bene" scritta da Ferro e Iorfida (Michele Canova) è il brano più catchy del disco, ballabile e trascinante, con la voce di Alice che passato l'effetto straniamento del ritornello, innegabile signori... Alice canta il Ferro più a uso e consumo delle radio, con tanto di dinamiche strutturali e armoniche che hanno fatto la sua fortuna non so se ci siamo spiegati... ma dopo un ascolto e mezzo non te ne liberi più, per non parlare della versione fatta da Michele Canova in persona, che ovviamente ne accentua gli elementi da hit radiofonico:
"che stupida ho lasciato la vita a caso per colpa di un sorriso che non hai condiviso"

"Il cielo": sentito omaggio a Dalla e Roversi che ci hanno lasciato quest'anno. 

"Sui giardini del mondo": "aiutami a capire ad agire per non perderci" gradevole e fresca ballad con l'aiuto dell'ex Bluvertigo Marco Pancaldi.

"Autunno già": "libero da ogni morale ora mi ritrovo buttato a terra con un dovere da cercare e la misera realtà nelle mie mani",... l'accoppiata Di Benedetto/Di Martino funziona che meglio non si può, Alice ci mette la sua solita grande interpretazione, il risultato è  da brividi.

"'A cchiù bella": rifacimento di un adattamento di una poesia dell'immenso Totò fatto dalla grande Giuni Russo.

"Al mattino": cover dei Califfi, tutta giocata sulla chitarra acustica e qualche orpello non troppo invadente, come dire non aggiunge e non toglie niente e francamente poteva anche non starci all'interno dell'album:
"il mondo è vero solo al mattino quando il sole illumina il tuo viso"

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