Mai Stati Uniti di Carlo Vanzina



L'ennesima commediola firmata Carlo Vanzina, poco originale (il richiamo a Immaturi in primis, non solo per la presenza di Ambra, Memphis e Mattioli è sin troppo evidente) e prevedibile, piatta nel suo dipanarsi dove qualche volta però si ride e non c'è  ricorso alla volgarità. Poco originale e prevedibile dicevamo intanto nella caratterizzazione dei personaggi, con Salemme che fa il napoletano, la Foglietta la "zoccola" romanaccia perdonateci l'eufemismo, Memphis il padre separato (con dialoghi col figlio Andrea Pittorino, che spesso scadono nel ridicolo, nel tentare un approccio più serioso alla questione), Ambra fa l'ansiosa schizzofrenica (è sempre lo stesso personaggio a ben vedere, ma almeno questa sua condizione regala qualche gag divertente) e Giovanni Vernia fa Giovanni Vernia, inevitabile e a parte la fastidiosa e continua imitazione di De Niro e l'escamotage del farlo "drogare" il suo personaggio è il meglio ritratto... Mattioli fa appena una particina ovviamente da Mattioli, coatto arricchito, ma è funzionale al contesto. Detto questo la prova attoriale è buona nel complesso, le scene più riuscite sono quella con Salemme e Memphis che entrano in un bordello credendosi in una stazione di servizio,  Ambra in ascensore all'inizio e che sventa una rapina e il Vernia ignudo. Parliamo a tal proposito delle singole scene, perchè il collante dato dal fatto del viaggio causa morte del padre sconosciuto uguale eredità, serve solo a far da filo conduttore alle situazioni on the road dei cinque, con tutti i clichè del caso, tra casinò e spazi aperti... insomma notti da leoni? No da...  perchè come dicevamo nel caso di Memphis prima, quando si cerca di alzare l'asticella e fare un discorso più personale sulle vite dei personaggi il tutto non regge, perchè manca inevitabilmente di spessore e i cenni alla mancanza di lavoro oggi in Italia e alla crisi sono... quello che sono. Il film tuttavia nel suo essere un insieme di gag a se stanti si lascia anche guardare, ben inteso nella sua mediocrità, ma da segnalare c'è poi una parte finale che toglie per così dire punti al film nel nostro giudizio, come se Vanzina avesse mollato la presa negli ultimi venti minuti o gli fossero finiti i soldi per girare qualche altra scena, tanto è sconclusionato e pasticciato... il finale, che fosse stato quanto meno sospeso, lasciato aperto, sul poster a scanso di spoiler del notaio, a nostra parere era la soluzione più congrua, anche per un eventuale sequel.  

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