Uno stuolo di autori importanti, da Ramazzotti che le ha fatto da padrino a Fiorella Mannoia, passando per Bianconi, Neffa, Samuel dei Subsonica per citarne giusto alcuni, Chiara vince la prima prova sulla lunga distanza, rilasciando un album vario ed eterogeneo inevitabilmente, con la sua voce unico comune denominatore che in qualche modo cerca "nell'armadio, quale abito le assomigli maggiormente", rispetto all'operazione fatta con Francesca, stavolta la confezione perfetta non esiste e meno male e Chiara è libera anche di sbagliare vestito a volte, indossando una taglia più o meno grande o piccola, non importa, il suo talento è salvo e fuori dagli schemi del pop calibrato a uso e abuso delle classifiche. Un disco che appare ricco dicevamo come la varietà dei suoi autori, con Chiara che ascolto dopo ascolto appare sempre più convincente e cresce con le canzoni, tutte di buona fattura... semplicemente qualcuna le sta meglio addosso qualche altra meno, ma questa è sicuramente la strada giusta per proseguire un cammino appena intrapreso:
"Il futuro che sarà": "leggo gli oroscopi ma aspiro all'eterno"... le atmosfere folk impreziosite dalla fisarmonica "zingara" e il ritornello baustelliano portate fuori dal contesto sanremese fanno apprezzare ancor più il brano in se nella sua semplicità, c'è da dire che Chiara non ha ancora forse la capacità di una Irene Grandi di cucirsi addosso l'abito proposto secondo i suoi canoni e ci mancherebbe altro:
"fare l'amore ci fa sentire moderni, a volte la vita è così comoda anestesia"
"L'esperienza dell'amore": "la vita è così complicata ognuno segue la sua strada"... vale il discorso fatto poc'anzi col brano precedente, è un pezzo dei Tiromancino vero e proprio che Chiara non riesce del tutto a far suo, in un ritornello che sarebbe stato perfetto forse per Fiorella Mannoia, rimane comunque una buona canzone:
"perchè la vita ti ha chiamata e ti costringe a essere grande"
"Cuore nero": "forse sto sperando che sia il vento di una notte chiara a soffiare via questa paura che mi tiene ancora qui"... un brano pop ricco di sfumature, scritto da Neffa, ricorda un pò l'Elisa di Luce, specie nella strofa, per il resto abbastanza scontato nel suo esplicitarsi armonico ma anche qui la qualità è salva:
"forse sto costruendo un'autostrada per il mondo che non c'è"
"Vieni con me": un ritmo in levare, allegro e colorato vintage specie nella melodia del ritornello, scritto da Ermal Meta, è importante a questo punto della scaletta perchè profondamente diverso dai primi brani più legati a un concetto pop e lascia presagire ancor meglio le potenzialità della voce di Chiara:
"la somma perfetta è io più te"
"Mille passi":"... senza voltarmi non voglio più contarli, mille passi per guardare avanti" riadattamento in italiano di Mil pasos, di Soha, con Fiorella Mannoia che rappresenta quasi la coscienza della nostra, è un tango sospeso tra malinconia e speranza, sicuramente suggestivo:
"Quando tornerai... un giorno forse mai"
"Artigli": "resto ferma ad aspettarti qui, ma so che non verrai" scritta da Samuel dei Subsonica, scarna nell'arrangiamento, con il pianoforte portante, quasi sospesa in un mood sommerso, riesce a far emergere in pieno la voce limpida di Chiara e a valorizzare le parole del testo:
"cos'è che mi incatena a te? le profondità e gli abissi che non ho saputo mai nascondere, la violenza dei tuoi artigli, è l'ora di guardarli andare via"
"Arrendermi": "io ti guardo e so" anche questa porta la firma di Samuel ed è la canzone che Chiara ha definito la più rappresentativa: "Se dovessi essere una canzone sarei questa" ha detto in conferenza stampa alla presentazione dell'album, ottima scelta... con gli archi a svolazzare e a prendere per così dire prima posizione e poi la scena per un brano delizioso con la voce duttile ed efficace:
"con un gesto hai deciso la mia vulnerabilità"
"Qualcosa da fare": "mentre tutto si ripete senza avere un gran finale c'è sempre qualcosa da fare, c'è ancora qualcosa da fare", scritta da Diego Mancino, è una ballad soffusa e minimale nel suo dipanarsi, che procede con misura, ideale per far librare le corde di Chiara.
"Quello che non sa": "se sei capace indica una cosa che non hai visto mai", il brano di Dente, ha un incedere soul con accenni funky di stampo vintage ed è molto delicato e incisivo al tempo stesso nel suo essere sostanzialmente una filastrocca che ben si apre nelle armonie del ritornello:
"e fai quello che non sai quando ti penso, quando ti cerco"
"Trasparenze": "e lascerò che sia tutto diverso la luce che scende profonda nell'anima"... la firma è di Bungaro ed è per forza di cose un brano più classico, che porta alla mente atmosfere lontane, col pianoforte in primo piano e i violini a tessere trame e un ritornello che non può non ricordare melodicamente Mina:
"la verità è il segreto più semplice la cercherò in ogni posto sincero la stringerò come stringo il futuro e guarderò con i miei occhi il mondo"
"Due respiri": la canzone che ha vinto X Factor con Eros Ramazzotti ben evidente nella scrittura (la melodia del ponte che precede il ritornello è un marchio di fabbrica del nostro) è un brano pop assolutamente perfetto inutile girarci attorno, semplice, prevedibile quanto si vuole ma scritto e confezionato come si deve:
"anche il silenzio che sento dentro quando mi avvolge diventa musica"
"Supereroe": "pugni di platica supereroi, togli la maschera, dimmi il tuo nome dimmi che effetto ti fa", il brano è di Cappa, anche qui ci troviamo di fronte a un mood d'altri tempi riletto in chiave moderna, con un bel bridge in inglese che spezza per così dire e "sveglia sul più bello".
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