L'officina della camomilla - Senontipiacefalostesso 1



Retrò e freschi, derivativi e originali, concisi e intensi, semplici e mai banali e ossimori apparenti a parte, c'è spazio per l'Inghilterra, gli anni '60, le filastrocche, il ballo, il beat, le ballad ma anche il reggae, il punk e tanto altro... il tutto riletto con arrangiamenti sempre vari e ben strutturati con soluzioni efficaci, per un immaginario poetico e surreale, bozzettistico e ricco di verve, seppur in un mood (sia testuale che musicale) tendenzialmente dai sapori nostalgici, agro dolci... e appiccicosi nel senso di appeal radiofonico.
Un disco pop insomma di notevole impatto, un ottimo esordio per questa interessante band:

"Dai graffiti del mercato comunale": "siamo brilli di freddo tedesco e il nostro amore è un serpente grasso" beat e irriverenza e la gioventù di Cecilia che vuol dare fuoco alla scuola:
"scatteremo polaroid choc a tutti gli studenti morti nel falò" 

"Morte per colazione": "hai minacciato di uccidermi con un compasso ma sbagli sempre le rincorse"... ancora profumi anni '60, un mood spensierato e un ritornello che ti si ferma in testa e non lo schiodi più:
"la mia ragazza è la solitudine la solitudine è un divano esploso ci sono morta dieci volte nell'azzurro dei cazzi miei "

"La tua ragazza non ascolta i Beat Happening" (feat. Lo Stato Sociale): gli anni '60 stavolta si mischiano ad atmosfere new wawe per un arrangiamento saturo e leggermente distorto, anche in questo caso il ritornello è ad alto potenziale:
 "siamo pieni di droga"

"Agata Brioches": "vuole fare una bomba con i deodoranti, passami un fiammifero"... dopo Cecilia, un'altra adolescente protagonista... "dopo la scuola, il panificio..." per un reggae ipnotico e coinvolgente: 
"e tutte le case sono spazzatura, tutte le persone sono spazzatura"

"Un fiore per coltello": "di profilo sembri Monica Vitti"... "e dietro di te c'è sempre brutto tempo" e ancora "le tue storie d'amore hanno la resistenza dei fiori sotto ai temporali..." dal testo sembra quasi Vasco Brondi ma il tutto è irresistibilmente melodico e pop, con la chitarra acustica ritmica e portante venata di malinconia "mentre canti le battaglie di Federico Fiumani": 
"perchè al posto del cuore hai una calcolatrice, perchè al posto del cuore hai il veleno che aveva in gola Napoleone"

"Città mostro di vestiti": pianoforte saltellante per una deliziosa marcetta su Milano, arricchita dagli archi, bozzettistica e surreale:
"e intanto scoppiano le edicole e i licei sono zeppi di lucertole, io sputo dalla finestra ho una mansarda che funziona come un veliero vieni da me facciamo la pasta al burro a mezzanotte"

"Lulù devi studiare Marc Augé": "ho trovato la sambuca in cantina ci arrampichiamo sulla traversa della porta senza rete" ballad soffusa alla ricerca della "idéo-logique" contro i call center "Nonluoghi" per eccellenza:
"e i dispiaceri si muovono come una lavastoviglie"

"Le mie pareti fluorescenti di nord Africa": standard beat con accenni blues ben costruito e variegato con ottimi inserti strumentali: 
"l'alba è un black and decker e il tuo corpo un planetario"

"La provincia non è bella da fotografare": e il turno di Lucilla e Moreno, per una filastrocca tutta da ballare con tanto di fisarmonica che dona al tutto un sound folk popolare che non dispiace di certo:
"sul finestrino c'è una svastica fatta con le chiavi da un ragazzino inglese che  guarda il mare sotto le rotaie e lo scambia per dei fiori e ci va a comprare il vino al supermarket"

"Ho fatto esplodere il mio condominio di merda": botta punk con virate noise anche se "non mi viene bene l'urlo a me":
"perchè siete tutti vecchi"

"Pegaso disco bar": "io andavo in bici con la febbre e mangiavo una mela rossa la sera che è morta cyndi lauper" ballad d'impianto anni 60 nostalgica che si esalta coi fiati e nei cambiamenti di ritmo di matrice ska:
"e tu avevi un buco nella gamba ed un nuovo taglio da decidere, tutti i miei soldi da buttare in mare "

"Ti porterò a cena sul braccio della ruspa": "A fumare le sigarette sotto i ponti, ma quanto sono belle le tue gambe lerce" sinuosa e morbida e soprattutto come dire:"shalalalla",
parafrasando Kant:
"la legge morale dentro di me e la pozza di fango sotto di me"

"Senontipiacefalostesso": chitarra e voce, con gli archi ad aggiungere intensità e lirismo, melodicamente in certi passaggi ricorda il Cesare Cremonini di "Tante belle cose"  a chiudere più che degnamente questo più che convincente esordio:
"io ti ho sempre chiamata senza sapere il tuo nome"

Commenti

  1. ma che cazzo? mio cugino di 4 anni scriverebbe testi più significativi di questi qui.. metti insieme due parole che non c'entrano nulla e sei diventato un "paroliere originale"?
    e la musica è orrenda,la voce logorroica ed è un album inascoltabile

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  2. cazzo dici? ma sei scemo ? quella si chiama arte.. e anche se fossero parole a caso, sarebbe flusso di coscienza, quindi lo stesso arte.. già fare della musica e delle melodie variopinte e mai boriose è arte.
    Metterci sopra delle parole ,poi, che rispecchino qualcosa per tutti, non servirebbe a nulla. Loro sono come dei Rimbaud, Verlaine, Montale, poeti maledetti e ermetisti vari: esprimono quello che hanno dentro. La loro poesia è a volte incomprensibile; altre volte densa di significato.
    E poi chi farebbe delle canzoni che non significano nulla ? sarebbe senza senso. Qui, invece, l'unico senza senso sei tu!!!

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