Pashmak - Desquamation



Appena quattro tracce, dopo un precedente ep, i giovanissimi Pashmak dimostrano che ci sanno fare e regalano un campionario del loro variegato stile in questo Desquamation, un vero e proprio compendio "in potenza" perfettamente reso dove è bello attenderne la prova sulla lunga distanza. La varietà ad oggi ci sembra la loro cifra stilistica, ma la band non esagera, anzi, sembra avere ben chiaro il senso della misura e nel singolo brano si sa gestire, questo è decisamente un merito, l'alternanza delle parti strumentali, la costruzione del brano e  gli arrangiamenti assestasti come si deve, costituiscono le fondamenta,il cantato che non dispiace ma che può essere più incisivo (specie nei primi due brani) e la sperimentazione che potrebbe non avere limiti tra virgolette, possono diventare il punto di forza domani... ad oggi, i nostri fanno centro, ma accontentarsi sarebbe un peccato:

"Red roses jam": atmosfera liquida e onirica, a tratti persino sinistra, alimentata dalle dissonanze armoniche, lievemente psichedelica in certi passaggi.

"You me and everyone  we don't know": morbida e sinuosa dall'andatura folk venata di psichedelia con un finale evocativo e complice.

"Adam": le chitarre elettriche si prendono la scena, ma solo nell'intro iniziale e nella parte finale strumentale dove spingono come si deve, poi i nostri virano decisamente su territori post rock scarni, con ritmiche lente e cadenzate, con ottime trame strumentali a riempire lo spazio.

"Woltz of cakes and Ale":  pianoforte portante, continue stoppate e atmosfere circensi, piglio/ghigno teatrale nel cantato a chiudere ottimamente questo ep.

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