Hitchcook di Sasha Gervasi



Raffinato, elegante, recitato ottimamente da Anthony Hopkins, Scarlett Johansson, Jessica Biel, Helen Mirren, Ralph Macchio, Toni Collette... e sceneggiato ancor meglio da John J. McLaughlin e Stephen Rebello, girato come si doveva da Sacha Gervasi, ovvero un film su Alfred Hitchcook come lui stesso lo avrebbe fatto, a partire dalla stessa fotografia ovviamente aggiornata per così dire di Jeff Cronenweth, con le stesse atmosfere, le stesse inquadrature e le stesse manie ossessive del maestro, tra specchi, vetri e psicanalisi, insomma "lo sguardo" rivive appieno nella pellicola, scavando nella biografia. Una vera e propria narrazione parallela di più storie, voci diverse che vanno felicemente a convivere nel grande affresco dell'opera in fieri, una pluralità, che finisce per coinvolgere tutti, dai protagonisti stessi di Psycho, ai tormenti, alle visioni dell'autore, al rapporto con la moglie, alla moglie stessa... 
Una narrazione che si fa sempre più intensa man mano che i nodi vengono al pettine, in un equilibrio sottile tra realtà e finzione e che culmina in un magistrale finale, dove Hitch mima i violini/coltellate fuori dalla sala, mentre il pubblico la riempie di urla alla celeberrima scena della doccia. Il ritratto di Hitch che ne esce è quello di un uomo impantanato in una fase di transizione della sua vita artistica che non può non coincidere con quella sentimentale, un ego intrappolato dall'età che avanza, ma che ha ancora voglia di stupire il mondo, di prendersi dei rischi per sentirsi ancora forte e libero, lo farà solo quando scaccerà i suoi demoni e riconoscendo una volta per tutte "la bionda della sua vita", il film in questa "catarsi" è scritto molto bene e accompagna lo spettatore gradualmente scandendo bene tutte le fasi che precedono alla degna conclusione. Da vedere.

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