Tra tormentoni verbali e non e la sua forma episodica e soluzioni paradossali se non a tratti surreali, "Sodoma, l'altra faccia di Gomorra" è un film assolutamente riuscito e da vedere... perchè ha i tempi giusti, ben dilatati e sviluppati, non pecca assolutamente di frammentarietà, gioca più che altro sulla ripetizione degli stereotipi, in certi casi può essere/apparire un difetto, ma è anche/soprattutto la cifra stilistica dell'opera in se stessa, non si può prescindere insomma da... e allora ben vengano le telefonate del boss che non riesce a tornare a casa dalla moglie perennemente ingrifata, i monologhi sempre uguali del padre di un figlio carcerato, gli scissionisti veri o presunti, l'amata Annamaria portata via al Capo dei Capi e gli sketch dei tre protagonisti che per avere un lavoro cercano di entrare nella Camorra che si staccano dal coro ma agiscono come trio comico vero e proprio, duttile e facendo propria la gag situazionista... perchè alla fine dei conti la misura vien da se... Non è "Tano da morire", non è un musical e non ha i colori sgargianti, ma gioca col trash con stile, tratteggiando personaggi mirabili, non ha il non sense e l'appeal immediato alla "Soliti Idioti" e Cipri e Maresco sono oggettivamente un'altra cosa, eppure non mancano le battute memorabili, specie nella prima parte, non mancano le citazioni cinematografiche, da Scarface a Totò a Toni Servillo (o quanto meno ci pare il personaggio del "ragioniere"), non mancano le storie che vanno intrecciandosi come si deve, c'è un filo conduttore e c'è un ritratto forte e importante delle convivenze tra stato e mafia, un messaggio che passa tramite l'ironia e che centra il bersaglio... ecco, c'è soprattutto questo, dopo aver riso... non ci sembra cosa di poco conto.
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