Intervista con i Luminal




 E'un album diverso per molti aspetti dai precedenti, ci raccontate la nascita e come siete arrivati a ciò?


Ho sbattuto la testa e ho detto a Carlo di non suonare più la chitarra, perché volevo fare un gruppo basso, batteria e voce. Con il piccolo particolare che io non so suonare il basso mentre lui era un grande chitarrista.

E più in generale come avviene solitamente la composizione di un singolo brano?

Per questo disco al contrario dei lavori precedenti siamo partiti dalle parole. E al contrario dei precedenti che sono nati tutti con la chitarra acustica qui abbiamo fatto partire le idee musicali da riff di basso. Abbiamo lavorato moltissimo in sala cercando di lasciare un senso d'immediatezza e di forza, il fatto di non avere le chitarre è stato un fortissimo stimolo per trovare soluzioni creative all'arrangiamento.


Massimo Volume, Wolfango, Cccp, li abbiamo citati nella recensione, siamo andati fuori strada o... in ogni caso quali sono, sempre se ne avete.... riferimenti, ispirazioni... anche fuori dall'Italia si intende?

Sono gruppi che stimiamo e che fanno parte della nostra storia musicale ma in realtà non ascoltiamo queste cose da un bel po' di tempo, "Grande madre Russia" è volutamente fatta e cantata in quel modo "Ferrettiano" nel finale perché quel pezzo è in parte una presa in giro proprio dei Cccp (band che rispettiamo tantissimo, sia chiaro)
I gruppi a cui ci siamo ispirati di più sono band come Mclusky/Future of the left di cui abbondano le citazioni sul disco, Shellac per l'approccio minimale e integralista, Public image limited per lo spirito iconoclasta, Alessandro (batteria) ha ascoltato molto i Battles e qualcosa nelle sue parti si sente, mentre della musica italiana la coppia Giorgio Gaber Sandro Luporini rappresenta un po' il riferimento filosofico, dove Battisti sebbene un po' sporcato da influenze opposte quello vocale/musicale.


"Amatoriale" in politica e in musica... si può sintetizzare in un certo qual modo, così il messaggio che lanciate? senza tralasciare la modernità in senso lato, fatta di social e talent...

Siamo un popolo di dilettanti che aspetta la minestra pronta in tavola, meglio se riscaldata da qualcun altro, siamo un popolo che sceglie sempre la soluzione più facile che non richieda alcuna sforzo, pensiamo di fare la rivoluzione postando un video di Carmelo Bene su Facebook e pensiamo di essere alternativi perché ci facciamo una sega su Youporn.
La cosa brutta di tutto questo è che non si parla mai di qualcosa che non ti appartiene.

E ancora, la volgarità fra virgolette "verbale", è essenziale nel veicolare il messaggio di questo "stato" di cose?

Non è essenziale ma è stata necessaria nel nostro caso ed è venuta fuori da sola. Trattandosi di testi e di idee molto ancorate alla nostra vita di tutti i giorni usiamo semplicemente le parole che sentiamo dire e che diciamo tutti i giorni. Non viviamo come dei nobili in un castello anche se ci piacerebbe moltissimo. Allego IBAN per donazioni.


Di conseguenza a parer vostro "le cose" vanno per così dire di pari passo? C'è una musica che si è adagiata per così dire o c'è voglia ancora di far rivoluzione e "cambiare" nonostante tutto..
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Se hai la possibilità di andare in un centro commerciale la domenica diciamo che la rivoluzione non è proprio il primo pensiero che ti viene in mente la mattina appena sveglio.

I cani, Lo stato sociale, Le luci della centrale elettrica... una definizione per ognuno sarebbe chiedere troppo?

Quando ho scoperto il rock parole e musica esprimevano forza, sofferenza, vendetta, odio, riscatto, pazzia. Era un bel posto dove nascondersi e sentirsi meno soli. Ora sento solo parlare di aperitivi, incubi di pesci rossi, panini al salame, gente che vomita nei locali più cool d'Italia e di quanto sia figo essere mediocri. Deve essere successo qualcosa mentre ero in bagno a farmi la piastra.


Scena indie uguale rockit o xl che dir si voglia, al di la del brano in se... cosa c'è che non va al di là del "circoletto" a vostro avviso

Non basterebbero milioni di pagine per dire cosa "non va". E sarebbero comunque pagine noiose, già sentite e stucchevoli.
L'unica cosa che vorremmo dire è che a parer nostro è un errore credere che il Berlusconismo e tutte quelle cose che ci fanno orrore e contro cui ci scagliamo su Facebook siano così lontane da quello che viviamo tutti i giorni. E che siano così lontano da quello che siamo. E poi due citazioni per sfoggiare cultura:
"Non temo Berlusconi in sè ma Berlusconi in me" e "La colpa caro Bruto, non è in Rockit ma in noi stessi." Come diceva sempre Tullio de Piscopo, nostro caro amico e mastro di vita.

Abbiamo notato che Umberto Palazzo (con cui tra l'altro abbiamo inaugurato la nostra serie di interviste) vi ha sponsorizzato alquanto su facebook, anche per il discorso di cui sopra crediamo, vi conoscete, vi fa piacere e se si (o anche non di persona)... i Santo Niente pare ritornino, un vostro commento...

Questa è la classica cosa a cui fai fatica a credere e non realizzi del tutto. Stimiamo Umberto e il Santo Niente da anni, abbiamo iniziato a scrivere testi in italiano dopo aver sentito "Generazioni" e credo che a parte le ovvie differenze Il Santo Niente sia uno dei gruppi più affini a noi per stile musicale. Il loro disco nuovo che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare "di nascosto" è un capolavoro di forza, poesia, intelligenza e ricchezza musicale. 

Date live da segnalare ed eventuali progetti per il futuro...

Altri dischi, tantissimi concerti, fare sempre di testa nostra. Sempre.
Tutti i concerti li trovate sulla nostra pagina Facebook: www.facebook.com/weareluminal

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