L'uomo con i pugni di ferro di RZA



Nella Cina feudale, un fabbro americano di colore (RZA) si trova coinvolto, suo malgrado, nella spietata faida tra clan rivali che si scatena nel suo villaggio. Se dapprima il fabbro riesce a mantenersi al di fuori degli scontri, limitandosi solo a creare le micidiali armi che gli vengono commissionate, presto dovrà combattere in prima persona per la vita propria e della donna che ama.
Dopo parecchie partecipazioni cinematografiche in qualità di attore o di autore di colonne sonore, RZA (musicista e produttore famoso per la sua militanza nel Wu-Tang Clan) dà finalmente pieno sfogo alla sua grande passione per il cinema e firma questa sua prima prova di regia su un soggetto scritto da lui e sceneggiato a quattro mani con Eli Roth (che è anche produttore del film).
La mania di RZA per il cinema orientale di genere e per le arti marziali, abbastanza nota ai suoi fan per avere sempre segnato la sua attività musicale per contenuti ed estetica, prende forma e si concretizza in un wuxiapian che molto deve all'eredità tarantiniana di "Kill Bill" e alle suggestioni dei modelli originali del genere risalenti agli anni '70.
Pare che il lavoro di ideazione e sceneggiatura sia andato avanti per anni e che l'autore abbia contemplato ogni più piccolo dettaglio relativo alle incredibili (ed improbabili) armi utilizzate dai diversi personaggi, giungendo ad una prima versione della durata di 4 ore che avrebbe voluto scindere in due film. Il produttore Roth, invece, si è opposto a questa soluzione ed ha imposto una più canonica e commerciale durata di un'ora e mezzo.
Film non del tutto riuscito che appare anzi un po' "sgraziato", quasi grezzo, per scrittura, ritmo del montaggio e coreografie dei combattimenti, lontano tanto dall'eleganza dei maestri di cultura cinese come Ang Lee e Zhang Yimou (i quali, invece, hanno saputo rinverdire i fasti di questo genere portandolo ad altissime vette di lirismo) quanto dal parossismo visivo ed ironico e dalla commistione di topoi coi quali Tarantino aveva infarcito "Kill Bill".
Eppure, in qualche modo, "The Man with Iron Fists" diverte con le sue scenografie multicolore, le sue soluzioni visive da graphic novel ed un cast diviso tra bellissimi interpreti orientali (come la sempre affascinante Lucy Liu, la bellissima Jamie Chung, i giovani Rick Yune e Byron Mann) e le star impegnate in ruoli più o meno centrali e azzeccati per corrispondenza fisica (come lo stesso regista-protagonista RZA, il wrestler David Bautista ed un bolso e splendidamente vizioso Russell Crowe).
Chissà, forse un progetto un po' troppo ambizioso per un'opera prima oppure un film castrato dalle imposizioni della produzione?
In ogni caso, se questo non sarà il semplice divertissement di un momento di un artista prestato ad un'altra professione (e, a dire il vero, ci risulta che il rapper sia già a lavoro su almeno altre due pellicole), aspettiamo e speriamo in un affinamento tecnico che potrebbe dare vita a prodotti più riusciti e maturi.

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