Holy Motors di Leos Carax



"La bellezza si dice sia nell'occhio di chi guarda e se non c'è nessuno che guarda"
Un film per critici, per cultori, per appassionati e per i fan di Carax... un film sul cinema e per il cinema "che non c'è più" e contro lo spettatore muto e assente che si vede nelle prime inquadrature, che l'ha abbandonato, un film dove dunque lo spettatore sembra quasi non avere importanza alcuna o meglio non se la merita e chi vuole entrare in gioco "deve calarsi perfettamente nella parte".... è difficile consigliare "un film del genere, talmente sui generis e sui generi" a qualcuno,  tanto è contro un ipotetico pubblico pagante. Detto questo la disamina scevra di orpelli e calata nelle ombre prima, per finire nella notte più tetra poi, che fa Carax sull'arte cinematografica e sul ruolo della filmografia oggi è da applausi a scena aperta, il nostro si affida a un meccanismo perfetto dove opportunamente manca di codificare ruoli e personaggi, giocando col cinema e sul cinema, lo spettatore "che accetterà ciò" ovvero la finzione filmica, può  arrendersi alla bellezza perduta narrata, dove però "bisogna necessariamente ridere prima di mezzanotte" quando finiscono i sogni e la finzione che dir si voglia... Ma è forse troppo concettuale, per arrivare a una nicchia considerevole. Le coordinate sarebbero, usiamo il condizionale per cercare di rendere più accessibile il discorso filmico:  Il Signor Oscar (Denis Lavant) è un attore, un tempo grande, il nome è già un programma e nel corso della sua giornata lavorativa deve affrontare nove scene, nove appuntamenti, nove camei, particine... ovviamente questa è una nostra deduzione perchè non è esplicitato questo raccordo se non in chiave puramente metaforica, dove l'autore approfitta per rendere omaggio a vari generi, passando in rassegna la storia del cinema, tra innumerevoli citazioni e dosando abilmente gli elementi tra realtà e finzione. Inutile dire che la regia è eccellente così come la prova attoriale e che certe sequenze e inquadrature sono d'alta scuola, che la fotografia Yves Cape e Caroline Champetier viene direttamente  dagli inferi, tanto è plumbea e inquietante. 

"che cosa ti fa andare avanti Oscar?Continuo per quando ho cominciato per la bellezza 
"vi prego di scusarlo c'è stato un equivoco"
"ti proibisco di mentire"
"non ci sente meglio prima della fine?"
"niente ci rende così vivi che vedere gli altri morire"
"è meglio vivere perchè c'è amore, la morte è un bene ma non c'è amore"
"il tempo è contro di noi io vado"





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