La notte del giudizio di James DeMonaco



"Liberate la bestia e sfogatevi nelle strade, i vostri nuovi padri fondatori vi invitano a farlo"
Poggiato su una premessa estremista e insensata, nel quale l'America del futuro si risolleverebbe da crimini, crisi e misfatti "sfogandosi" ogni 21 di marzo, uccidendo a piacimento "la feccia della società", "La notte del giudizio" di James DeMonaco, procede per accumulo, mettendo nel calderone diverse tematiche, quasi a casaccio, non approfondendole nemmeno per sbaglio, "dalla paranoia post 11 settembre per la sicurezza, al diverso, all'avidità, all'invidia..." e quindi facendo confusione e altresì peccando di verosiglimianza quanto meno narrativa, che spesso scade nel ridicolo "involontario"...(e il primo a risentirne è Ethan Hawke), dall'ingenuità manifesta dei figli, che non rappresenta ahimè alcuna "purezza" ma bensì stupidità, che dà vita al film vero e proprio, intaccando "la fortezza", così come nella minaccia dei mascherati, biondi e belli fuori dalla porta: "dateci il nostro "sfogo", ma intanto vi tagliamo la luce" così perdete tempo a trovarlo, della serie: "le riprese oscure sono così suggestive", per non parlare del giochino horror delle maschere, dei video "fantasma"... troppa carne al fuoco insomma, poca direzione, scarsa chiarezza d'intenti e inevitabilmente troppi stereotipi che si perdono a ritrovare una pseudo strada morale ed educativa. 
Non è da buttare la parte finale, dove "i colpi di scena" per così dire non mancano e la tensione è ben resa, ma è francamente poca roba e non basta di certo a riscattare quello che in fin dei conti è un pastrocchio bello e buono. Non è adducendo qua e la lezioni di morale che si trasmette un messaggio, non è innestando "i generi su un canovaccio" che si fa un film".
"Trascorreremo il resto di questa serata in maledetta pace questo crea problemi a qualcuno?"

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