Starbuck di Ken Scott



Una divertente e irriverente prima parte, si scontra, reggendo il colpo col rischio sentimentalismo che viene evitato, con una seconda, dove tuttavia è il ritmo a risentirne, o meglio, le intenzioni di Ken Scott,che ha scritto il film con Martin Petit,  si fanno decisamente più profonde e fanno perdere vitalità al film in se, ma rivelano nello stesso tempo "l'altro" che si voleva sviscerare, dal facile pretesto di una trama, che a termini di legge, forse non sussisterebbe nemmeno...
Ma tant'è, "il masturbatore folle" ha pagato il viaggio di nozze per Venezia ai suoi genitori realizzando il loro sogno a anni di distanza e anni dopo si scopre che i virgulti in provetta gli hanno intentato causa affinchè lui "il donatore" venga allo scoperto, nel mentre, la sua compagna è in cinta, i familiari che poi sono anche colleghi, lo accusano di scarsa professionalià, mentre il nostro coltiva marijuana e ha un debito che lo costringe a migliorare "la respirazione sotto acqua". 
Cercando di restar vaghi sugli esiti della trama, "Starbuck",come accennavamo all'inizio ha una partenza davvero centrata, grazie anche agli spassosi dialoghi, cambia tono sin troppo facilmente, ma rimane comunque un bel vedere, c'è però via via un blocco quasi della narrazione, come se non si sapesse dove andare... premessa bizzarra versus famiglia e i suoi derivati? Si sfiora di scadere nel sentimentalismo, ma il pericolo viene tenuto a bada, anche se il film ne risente, sia per il cambio repentino dei toni, sia per una certa confusione nel tema portante del film... dove l'irriverenza lascia il posto alla maturità e alle sue prove con troppa indulgenza, velocità filmica... si assiste a una trasformazione del protagonista in sintesi, sin troppo rapida e alla fine poco plausibile, anche se viene sviscerata altresi nelle sequenze successive ma che stonano con un canovaccio che da ilare e a tratti provocatorio si è fatto irrimediabilmente serio e importante per il messaggio che vuole trasmettere e che giunge a destinazione perchè sormonta facilmente l'idea iniziale.
Non tutto è amalgamato come si deve insomma e la fluidità narrativa si inceppa volentieri, ma è un film che ha i suoi spunti d'interesse e si lascia guardare piacevolmente... anche per l'ottima prova attorale di tutti i componenti del cast: Patrick Huard, Julie LeBreton, Antoine Bertrand, Dominic Philie, Marc Bélanger e soprattutto per i dialoghi che specie nella prima parte sono davvero irresistibili:

- Tu vuoi che coltivi la marijuana?
- Hai il pollice verde!!!

- David sai che ti voglio bene come un figlio... 
- Sono tuo figlio!
- Per questo  ti voglio bene come un figlio ma se tu non hai le maglie per la partita di stasesa..
- Ce le ho le maglie! 
- Guarda che avresti dovuto andare a prenderle tre settimane fa - - Ce le ho le maglie" 
- E' chiaro che non hai le maglie

- Lei ha uno sperma di ottima qualità 
- Beh sono sicuro che anche il suo non sia da meno

- E depositavi il tuo seme in un contenitore di plastica, i contenitori di plastica erano sempre consenzienti?
- Devo cercarmi un altro avvocato?

- Sono un pò offeso non me ne hai mai parlato all'epoca? 
- Di solito si chiama un amico se si è portati a letto una bellissima ragazza non dopo essersi masturbato ma d'ora in poi dopo che mi masturberò ti chiamerò e ti racconterò tutti i dettagli...
- Non è necessario

- Noi ci teniamo ai nostri clienti noi crediamo a una pizza più umana

- E'impossibile essere il padre di 533 figli ma posso esseer il loro angelo custode

- Io credo che questa sia la cosa più bella che ci sia capitata - - Ma che sei diventato il Dalai Lama, guarda là.. si sta mangiando le caccole
- Sono piene di proteine

- Che tu menta alla tua ragazza è normale, le bugie sono alla base di una relazione stabile ma io non sono la tua ragazza

- Valerie mi vorresti sposare? 
- Non vuoi aspettare che ritorni una donna piacente? 
- Se tu resti flaccida ti prometto che resterò flaccido anche io - Mi chiedo se la parola flaccida sia mai stata usata in una proposta di matrimonio




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