Visioni di Cody - Appennino Libero




Protesta, rivolta, punk che dir si voglia, "nello spirito quanto meno e non nell'attitudine", Dio Cinghiale permettendo, "Le visioni di Cody", rilasciano sei brani di pura tensione narrativa, che cresce, sul lavoro delle chitarre elettriche e sulla ritmica opportunamente sospesa, pronta a deflagrare, in possibilità, perchè sono le parole a far la voce grossa e quando arrivano (praticamente sempre) funzionano eccome... diretti, senza filtro, i nostri aprono l'album con "Il manifesto": "ho comprato il Corriere della sera buono da arrotolarci il pesce, ho comprato la Repubblica di Ezio Mauro buona da accendere per farci il fuoco, ora che è in difficoltà Il Mucchio chiude il Manifesto, è in difficoltà il Manifesto, chiude pure il Mucchio, dimmi porca troia ma io che cazzo leggo, Vauro passa al Fatto.. ma è un giornale di merda no... io non vi sopporto più"... una folk ballad epica, un vero e proprio anthem generazionale contro i radical chic e il populismo in primis, la sensazione è che dopo questo brano i nostri avrebbero potuto rilasciare un singolo, altro che un ep (giocando con le note stampa della band)... 
tanto è forte, tanto arriva il messaggio, è ko al primo round per intenderci... ma i nostri continuano amabilmente con lo stesso tenore per tutto il resto del disco e non è che un bene... "Ritorneranno": "eran partiti per la guerra si son fermati al bar a bere" nervosa e spigolosa, con le chitarre elettriche taglienti e sporche, decisamente punk, "Augias": "il punk a bestia dalle colonne di Repubblica si è presentato in trasmissione anello al naso e pure il cane", ancora chitarre sugli scudi, ancora a tema giornalistico per così dire, dove psichedelica e scorci noise si intrecciano e "forse un sogno o un brivido fai da te, anni di carta si è immolato questa non è  più contestazione e il primo spunto di rivoluzione... piuttosto comunista!!!" Altra botta, ben assestata... "Cane cammina con me":" oggi la droga li salverà" se è impossibile non pensare a David Lynch (anche se non c'entra niente), ballad alla Zen Circus per intenderci, dove il paradosso assurge a metafora se non ad assistenzialismo... perfidi davvero..."Tanto ti riassumono":" la recessione non ti dimentica e la sua scura che si abbatte su di te" con un bel ritornello, la chitarra che prima punteggia e poi si sfoga "Fatemi andare voglio andarci a lavorare" che sembra fare il verso ai Vitelloni e a Sordi nella camionetta...
"Becamort": chiude, con un ibrido folk punk ben rimiscelato "e quando finalmente morto, noi tutti abbiamo festeggiato e quando finalmente morto.. taceva... dovevano incastrarlo prima, la cosa più bella che fa, fa la bava dalla bocca..." Che altro aggiungere, se non che il Dio Cinghiale ce li preservi viscerali e perennemente in rivolta, nei giorni a venire?

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