Diaframma - Preso nel vortice


Dopo "Niente di Serio" ecco "Preso nel vortice", ritorno dopo neanche due anni per Federico Fiumani e compagni, niente di nuovo, ci mancherebbe altro, solito stile, solita classe, solo che però è un passo indietro rispetto al precedente lavoro, che dal punto di vista prettamente musicale era più vario e strutturato e dove anche la penna di Fiumani era in splendida forma, qui a dirla tutta in primis son fin troppe le ballad e quando il testo non viene a salvarle, le tracce finiscono per assomigliarsi inevitabilmente e ad appesantire l’ascolto, forse semplicemente sono troppe le canzoni. Per il resto l’idea di musica di Fiumani rimane ancorata alla tradizione, solida si ma anche a rischio ripetizione, l’inneggiare ai grandi del passato, credendo che il meglio sia già passato, rappresenta il limite più evidente nella produzione attuale dei Diaframma. Detto questo “Preso nel vortice” rimane un album ampiamente sufficiente ma che poco aggiunge al ricco canzoniere della band:

"Atm": "amore mio ridi con gli occhi nella speranza che io ti tocchi ecco perchè vai bene per me lettera x di mr.x” brano alla Diaframma secco e circolare, poche distorsioni, con gli strumenti che fanno più da contorno al testo, così come la voce... "E mia sorella dice che devo stare attento che sei una manipolatrice..." 

"Claudia mi dice":"cosa ne sai tu dell'amore strano gioco di società che dobbiamo pur fare". ariosa ballad sempre molto pulita, d'assoluto impatto, grazie anche a uno dei testi più riusciti dell'intero lavoro, dopo “E' solo una ragazza che se ne frega delle droghe pesanti” da “Niente di Serio” arriva Claudia che dice: “Voglio provare quasi ogni tipo di droga tanto lo so che poi ne esco fuori, con le mie amiche ermafrodite caliamo il nostro asso di cuori siamo tutte fans del teatro degli orrori più o meno fans più o meno cool", il brano si adagia su strofe e chorus con coda finale solenne e insistita sull'assolo di chitarra elettrica, presente in tutto il pezzo con funzionali riff di sottofondo...

"Hell's Angels": "Allen Ginsberg grande poeta, tu che hai studiato, tu che sai tutto prova a cambiarlo, Allen Ginsberg forse è arrivato al momento sbagliato..." con la chiusa che ricorda melodicamente “Francesca”... una canzone in ricordo di quello che doveva essere un concerto di pace e di amore, quello della “redenzione” per gli Stones, si era trasformato in una delle più grandi tragedie della storia della musica. Era il 6 dicembre 1969. La sorveglianza venne affidata ai motociclisti Hell's Angels che, ubriachi e fatti incominciarono a disturbare il pubblico. Ne nacque una grossa rissa, spaccio, incidenti e tre morti... altrettanti feste “psicotrope” venivano organizzate dal poeta Ken Kesey e raccontante dal beat Ginsberg nella sua “First Party At Ken Kesey's With Hell's Angels”... per il resto un semplice brano rock-pop peace and love...

"Ho fondato un gruppo": "Non c'è cosa al mondo che mi appassiona più di un delinquente che canta che suona"...dissonante e marziale,con la sezione ritmica inizialmente sincopata in evidenza e la chitarra ad acuire le spigolosità del sound compatto con assolo “precisino” che sfocia in un monologo “punk” di Max Collini: “questo è un accordo, questo è un altro accordo, ecco il terzo, adesso puoi formare il tuo governo qualunque, che cambi lo stato di cose esistente che cambi per sempre lo stato di cose presente”

"I sogni in disparte": pop con arpeggio melodico che si apre solenne nel ritornello..."Devi fare sport dai 20 ai 30 anni con la sacca di sudore vicino alla gamba con le grandi aspettative puntate su te non puoi mica deluderle sarai molto occupato dai 20 ai 30 anni, non sarai mai felice dai 20 ai 30 anni"

"Il suono che non c'è": arpeggio beffardo e marcetta che sfocia in uno ska impertinente a citare volutamente i Clash nella strofa, poi si avanti su tematiche più consuete, nostalgicamente new wawe:"Rimani a letto a farti crescere la barba e anche i capelli in segno di protesta”

"Infelicità": cupa, a tratti dark, un marasma di suoni ipnotici e distorti che è una novità per il disco... qui la dose di chitarre è assai più possente e piacevole... "Domani cambio, faccio volontariato col sangue... compro dischi che poi non ascolto mai per ricordarmi di quando li ascoltai”

"L'amore è un ospedale": l'album vira sul pop con un'altra semplice ballad, in minore rispetto alle precedenti...“Hai promesso di venire a prendermi quando la dialisi finirà hai promesso di non arrenderti finchè il male passerà"...neanche il testo ha la forza dei primi brani..."Si lo so che ti ho deluso ma contenta non sei stata mai"

"Ottovolante": dedica a Piero Pelù, tra stop and go aggressivi e complici, arpeggi decisi e buone parti strumentali concitate: "Avresti mai pensato che quei giorni avrebbero segnato la nostra, la mia e la tua vita?"

"L'uomo di sfiducia": ballad cantilenante, dall'andamento pop debole su cui spunta l'armonica dylaniana... “Ma non è vero dietro, la porta di un cimitero ci sono i vuoti a rendere, tu non vuoi che regali a te tutta la discografia dei CCCP tu dici che non sei in vendita e che comunque non ti corrompo così"

"Luglio 2010": chitarre e sezione ritmica che vira nuovamente verso un sound pulito molto pop che si infrange negli scogli del ponte prima di procedere verso la strofa... “Lasciami qui e dove vuoi che vada, volevo vivere ancora un po'”

"Tutte le strade": la chitarra arpeggiata accenna un valzerino prima di esplodere tagliente ed aggressiva come non mai... "Tutte le cose muoiono amore mio e non potere farci niente... abbandonato cuore mio questa sera io esco con un'ansia tremenda per quello che accadrà"

"Venisse il sole": intro potente e di impatto molto punk rock con riff davvero congeniali, basso più incisivo e voce molto tirata... in questo album laddove la musica è più convincente il testo lo è sicuramente meno, viceversa dietro un testo forte si nasconde una musica che le fa da contorno... “Venisse il sole qui, venisse il sole, venisse il sole mio, correndo”

"Voglia di": quasi una ninna nanna, una tenera canzone d'amore che si apre nel ritornello scarno di parole... “Voglia di perdere la strada di casa che è vuota da quando se n'è andata”

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