Edoardo Cremonese - Siamo il remix dei nostri genitori



E'davvero un buon ritorno questo "Siamo il remix dei nostri genitori" per Edoardo Cremonese, che lascia da parte i diminuitivi(Edo)e si dimostra sempre più maturo. Il suo è un indie pop, mai banale, arrangiato bene che si tiene lontano dai singoli tra virgolette e risulta solido e compatto, vario, per tutta la sua durata, non ci sono brani minori o di facile presa eppure è un lavoro ampiamente godibile dove sono i testi a far "la voce del padrone", ironici e taglienti, centrati assolutamente, non mancano neanche le collaborazioni illustri e cosa che più conta riuscite, insomma il nostro ha di che essere soddisfatto e anche noi non possiamo certo lamentarci snocciolando la scaletta, da "Siamo il remix dei nostri genitori":" i nostri genitori erano come due dj e a furia di spippolare siam venuti fuori noi avrei bisogno di una vacanza" pop fresco e gradevole con buone armonie di natura nostalgiche nel ritornello a "Super noi": come sopra più diversificata e più scarna, vocalmente curiosamente, ricorda Davide De Marinis, "Vedi che non basta mai, ho solo un disco di Jannacci, ma non ho il giradischi. Vedi che non basta mai, era meglio Charlie Brown se giocavi a Curling." proseguendo per "Samuele":"Ma Samuele non da retta ai consigli di suo nonno, loro alla nostra età, piuttosto di fare uno stage; avrebbero dato fuoco, oppure messo una bomba, 
alla stazione centrale di Bologna." Marcetta beat irresistibile, con Lodo Guenzi dello Stato Sociale. L'album scorre via che è un piacere, "Danilo lo stalker": "Non fuma sigarette, però ha provato il Popper, fa sempre le preghiere, quando scommette a Poker. Ha dato per scontato, ciò che ha un caro prezzo, e che non ha mercato, perché oramai ha già perso" ritmo in levare,atmosfere retrò, che ben si esplicitano nel ritornello. "Gravidanze": "Dio che bello, a Catania lui sta bene, si parcheggia in quinta fila. Ma non ha fatto ridere per niente suo papà, dicendo che: “sarà bello avere un nonno giovane”. Lui ha detto: “bello, come la chitarra che hai, che ora ti spacco sulla schiena” L’ho visto ha corso come Forest Gump" beat scanzonato che ben si amalgama col testo,"Bello come quando": "Bello, come quando un musicista di colpo sbaglia gli accordi e resta senza fiato fino a quando non scoppia l’applauso del pubblico" più diradata col pianoforte, molto intensa... l'ironia prende decisamente il sopravvento in "Bagaglino" dalle ritmiche popolari: con Pernazza e i suoi giochi di parole: "Devo riderci su comincio ad esser stanco, devo riderci su; si ma come Pippo Franco... Franchi tiratori, il sorriso del vicino, show must go on... risate in stile bagaglino. Ridere si sa è davvero un gioco da duri, siamo intesi? In tasca sorrisi futuri, mentre rischio la paresi. Riso amaro, riso al curry, Buster Keaton! Tom e jerry? Devo riderci su, proprio come al bagaglino; ridi tu, ma nel piatto non ride neanche il sofficino ... “ma và!” Pilota automatico siamo senza il presidente zero soldi, zero sogni in tasca: niente". "Il Re è nudo con le Vans": "Palermo ha una ferita, lunga come quella pista di decollo, dell’aeroporto Falcone-Borsellino, mentre c’andiamo c’è un ingorgo in autostrada; bloccati in mezzo ai due obelischi, io c’ho i brividi ma il mare se ne frega, grazie Palermo, con te ho capito che in fondo il Re è sempre stato tutto nudo." Con Nicolò Carnesi, ottimamente costruita, uno dei brani migliori del lotto. "A Milano col trattore": "Gioia mia, non sai com’è faticoso trovare il beat, in una città che non ride mai. Gioia mia, non sai com’è faticoso trovare il beat,in una città che non dorme mai." dal mood minimal e per chiudere in bellezza il pop sbilenco che si esplicita in un ritornello evocativo di"Sant'Antonio": "Noi siamo senza lingua, dio mio, noi siamo senza nome senza canzone Io farò l’agricoltore, e poi voi, voi trovate pure il nome della canzone."

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