Intervista con Michele Orvieti


Chi fa da se, fa per tre”, non c'è detto popolare più distante dalla figura di Michele Orvieti, L'unione fa la forza” è sicuramente più appropriato per descrivere la mente fertile e creativa che sta dietro a innumerevoli progetti di indubbio valore artistico, dai Mariposa, alla famosa etichetta Trovarobato, a Sfera Cubica, senza tralasciare gli svariati successi radiofonici, la carriera di Michele non si è mai fermata e si è sviluppata andando a cercare sempre nuove e affascinanti sfide, all'insegna dello scambio produttivo, delle sinergie, delle collaborazioni proficue.

La nostra intervista parte ovviamente dai Mariposa: per una parte giovani universitari, una parte studenti di conservatorio e un'altra “fricchettoni”, un gruppo di persone che si ritrovano a Bologna, coi testi di Alessandro Fiori e noi a impreziosire il tutto, creando dei controsensi, dei non sense, il creare bolle di suono, forma canzone dove cercare di far confluire più elementi possibili.


“Se dal punto di vista dell'ispirazione andava bene, nel cercare di farci conoscere, procedevamo un pò a tentoni ma con coraggio, pagando anche la nostra inesperienza, Aurelio Pasini ci recensì sul Mucchio...ma tutto in modo molto casuale. Bisognava già allora non essere solo musicisti, non rimanere chiusi in sala prova, bisognava e bisogna oggi più che mai guardarsi attorno il più possibile ed è questo un consiglio che do sempre alle nuove band, uscite dalle sale prove e non credete alle promesse di personaggi di dubbio credito che poi... La necessità di farci conoscere, di portare appunto I Mariposa fuori... porta appunto alla nascita di Trovarobato (che era il titolo di una canzone di Alessandro), mentre la famosa etichetta, venne aggiunto per citare la Charisma che produceva i Genesis che appunto nel logo citava the famous label. Arriva la distribuzione Audioglobe e Santeria che produsse il nostro secondo album “Domino Dorelli”; noi cercavamo di allargare il nostro bacino d'utenza, mentre ci davamo anche una forma giuridica come associazione culturale e sempre in autonomia e autogestione cominciamo a non essere più solo un'etichetta ma anche a far promozione per conto terzi, facciamo esperienza finchè non ci accorgiamo che per fare un salto di qualità occorre altro e nuove collaborazioni”.


E arriviamo così alla nascita di Sfera Cubica.

“Dall'unione di competenze tra Chiara Caporicci e Andrea Schipani, che venivano dall'esperienza del Mei, ed io e Gianluca Giusti nasce appunto Sfera Cubica, sotto forma di cooperativa, nel febbraio 2012 ed in poco tempo siamo diventati ufficio stampa del Primavera Sound a del Liverpool Sound City, in Spagna e in Portogallo, l'Angelica Festival di Bologna, festival di musiche nuove, abbiamo vinto il bando “Incredible” relativo alle giovani imprese sempre a Bologna, cosa di cui andiamo molto fieri, oltre ovviamente alla promozione di svariati artisti, cominciando a curarne anche il booking insieme a Damigiano booking e nasce “Il Modernista” come ad esempio il progetto “Threesome” che è partito sabato scorso dal Tpo di Bologna con tre band e tre radio che a sua volte nasce dall'esperienza radiofonica di Magazzeno Bis, un talk show concerto radiofonico che all'inizio io e Gianluca registravamo proprio qui nella sede di Sfera Cubica, che veniva trasmesso in 35 emittenti. La particolarità stava nella registrazione a tracce separate mixato come un disco... Jennifer Gentle, Marta sui tubi...abbiamo ospitato tanti artisti e che successivamente abbiamo portato fuori, al Lokomotiv. L'inesperienza all'epoca ci fece un brutto scherzo, ricordo infatti gli Zu che non sapevano che era anche un talk, così come i loro fan... lascio immaginare... ma tanti i momenti fantastici, come con i Massimo Volume o i Calibro 35, dove tra band e pubblico si creava un vero e proprio scambio”.

Nel frattempo Michele trova il tempo di raccontarci anche I suoi trascorsi radiofonici, da Radio Kappa Centrale, la radio del Link che chiama con affetto “sgarrupata” ma con un sacco di buona volontà...

“Dopo una diretta ci chiedevano uscendo, “Ma avete fatto la trasmissione, ci siete riusciti non sappiamo neanche se eravamo in onda?”. Poi a Radiocittà 103, sempre con Gianluca e a Radio Città del Capo con “Spaghetti allo scorporo”, prima settimanale, poi quotidiano per 7 mesi, prese il nome di “Gran Spolvero”, era una cosa molto impegnativa e adesso infatti è di nuovo settimanale e rappresenta il primo successo del duo”.


Chiediamo a Michele se c'è qualche artista che attualmente nel panorama indie gli piace...

“E' da tanto che non me lo chiedevano... Alessandro Fiori è il miglior cantautore italiano, che a mio parere riceve poca considerazione. E' difficile trovare una profondità tale”.

E come dargli torto. Sorridiamo e dopo aver tessuto le lodi degli album solisti dell'ex Mariposa, giunge l'inevitabile domanda sul perchè sia avvenuta la separazione.

“Alessandro ha deciso di lasciare, c'erano stati qualche screzio, lui si sentiva limitato dal gruppo, noi abbiamo provato a convincerlo ma per lui era una decisione irrevocabile, cosa che non fa rispetto alla sua intelligenza... lui ti dirà che ha provato in tutti i modi a far si che l'avventura continuasse ma stava diventando come “Stranamore”, in fondo il rapporto che c'è in un gruppo è molto simile un rapporto sentimentale, i rapporti comunque sono rimasti amicali, per il resto visto che i Mariposa hanno avuto una composizione collettiva negli ultimi lavori e pur riconoscendo l'importanza di Alessandro eravamo convinti di poter continuare”.

Beh in fondo ai fan va di lusso è raro che escano due ottimi dischi invece che uno, non so penso ai Litfiba ad esempio. La curiosità sul nuovo percorso Mariposa ci spinge a cercare di far sbottonare Michele il più possibile. Continuerete con la voce di Serena Altavilla dei BlueWilla oppure...

“Vi posso anticipare che sarà un album a più voci, un ensemble aperto alle collaborazioni, con un sound particolare, sempre noi, ovviamente col nostro background ma sarà diverso, il sound cambierà perchè è un progetto che si poggia su elementi particolari, rispetto al passato”.


L'ultima domanda non può non riguardare il torneo di calcetto delle etichette indipendenti... come vi è venuta in mente un'idea così curiosa?

“Due anni fa, come Trovarobato l'avevamo proposto al Mei che allora si chiamava Supersound con cui avevamo già collaborato per Indiependulo, una rassegna che ha avuto successo, anche perchè si differenziava dalla proposta Mei che era quella di far suonare poco tutti. Ma dopo 4 edizioni volevamo fare qualcosa di diverso. Loro hanno accettato e grazie a una ditta che installa i campi dove vuoi, si è svolta la prima edizione del torneo delle etichette indipendenti davanti al Duomo di Faenza e poi con Sfera Cubica al Lokomotiv che ha già il campo. La manifestazione è cresciuta molto, si è arricchita ovviamente di concerti, dj set, ma anche di mercatini, food e drink, stand.. un modo diverso per coinvolgere gli operatori musicali ed è cresciuta la competizione tra le band, al punto che ormai non si viene di certo per divertirsi ma per vincere”.




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