Bastano trenta minuti a Marcello Rossi per ammaliare
letteralmente l’ascoltatore, 8 brani raffinati e complici, capaci di evocare
suggestioni lontane a segnare un esordio assolutamente convincente. Grazie
anche al lavoro di Carlo Barbagallo,“33” di Monsieur Voltaire vive di
chiaroscuri fuori dal tempo e dallo spazio, coinvolgendo nel suo vortice di
suoni affascinante, lasciandosi trasportare da un senso di pura bellezza,da “The
run” con le sue aperture pischedeliche fatte da chitarre cristalline e dolenti
nello stesso tempo alle ritmiche sostenute, dall’ incedere oscuro e ammaliante,
a tratti ostinato nella ripetizione degli elementi di “Last place” al folk
country con tanto di slide guitar di “Ray land” al folk psichedelico della
“sommersa”e suggestiva “The shine” alla sospesa, liquida, sinuosa, avvolgente,
“Waiting to be kill” forse l’apice del disco, al cupo incedere, onirico di
“Higher than the sun” con un finale degno di nota, alla barrettiana “Emily” con
tanto di fiati e marcetta nel ritornello, per arrivare alla chiusa morbida e
delicata affidata a “Purgatory”, Monsieur Voltaire ammanta con straordinaria naturalezza.
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