Two mothers di Anne Fontaine


Two mothers” nella versione puritana italiana, oppure “Perfect mothers” nella versione “ironica” americana, o meglio “Adore” in quella originale trasgressiva francese, insomma questo film di Anne Fontaine – tratto dal romanzo del premio Nobel Doris Lessing – lascia l'amaro in bocca non tanto per la tematica affrontata potremmo dire anche con coraggio, ma per il modo in cui viene raccontata. La storia è ambientata in Australia dove due madri, amiche sin da bambine, Roz e Lil, interpretate rispettivamente da Robin Wrigth e Naomi Watts si sono sposate ed hanno avuto due figli coetanei: Tom e Ian, anch'essi amici a loro volta. Lil perde il marito molto giovane mentre quello di Roz accetta un ottimo lavoro a Sidney dove vuole portare con sé la famiglia che non accetta di partire. A parte la banalità delle due immagini iniziali, quella delle due bambine che giocano in acqua e d'improvviso diventano donne (stessa scena si ripete 10 minuti più tardi con i loro figli), dalla partenza del marito di Roz, la donna inizia subito, senza un perchè, una relazione con Tom, figlio dell'amica Lil. Appurati da Ian, figlio di Roz, il ragazzo racconta tutto a Lil iniziando senza troppi sconvolgimenti una relazione con la donna, amica della madre. In sintesi: l'una inizia una storia di sesso col figlio dell'altra. Fontaine rende questo aspetto comunque sconvolgente come una cosa assolutamente normale da vivere alla luce del sole, anche per questo la mdp ha scelto colori vivi e poche sono le zone d'ombra. L'Australia sembra un Paese di naufraghi: Roz, Lil, Tom, Ian e poco altro. Tutto si annulla dietro la morbosità dei loro rapporti. Non è affatto congeniale che nella storia non si capisca che passano anni, lo si intuisce solo quando il marito di Roz, ormai a Sidney, tiene in braccio la figlia appena nata da una nuova relazione. Non lo si intuisce anche per il fatto che nessuno dei 4 protagonisti invecchia. Ecco perchè non si può parlare neanche di crisi di mezza età, il problema non è affatto, almeno in questo caso, l'avere un “toy boy”. Ma i due ragazzi crescono, Tom intraprende la carriera teatrale ed incontra un'attrice di musical che sposerà. Al suo matrimonio, anche Roz lascia Ian e la scena successiva vede il ragazzo uscire già con la damigella. Niente lacrime, poca sofferenza tanto che il film non si potrebbe definire drammatico ma piuttosto una commedia. Anche Ian si sposa e la storia ricomincia da un altro punto: le mamme amiche diventano nonne, ci sono ancora i loro figli ma anche le loro mogli. Ma la storia si ripete, la passione madri/figli non si placa portando all'epilogo, il più convincente di tutta la narrazione: verrà finalmente posta fine a questa sorta di catena di S. Antonio. Nel complesso abbastanza deludente, rimane l'ottima interpretazione delle due attrici; Xavier Samuel e James Frecheville invece, troppo belli, neanche una pecca, ciuffo sul volto e muscoli alla Baywatch. Un aspetto interessante, oltre al finale s'intende, è in realtà molto sottile: la gente, soprattutto oggi, preferisce credere alle dicerie di una presunta omosessualità (in questo caso tra le due amiche) che ad una relazione tra due madri con i rispettivi figli, tra cui ovviamente c'è una bella differenza d'età. Ci si aspettava un po' di più dal film che non riesce in realtà nell'intento, ovvero quello di scandalizzare.



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