La vergogna “Diaz”, la tragedia di Lampedusa, i diari di Franca da senatrice e rigorosamente "In fuga dal Senato", tra le tele, gli applausi e le foto e i video che non si possono fare… e poi c’è il Vaticano che non si sa chi ne fa le veci, ma a quanto pare non gradisce lo spettacolo (chissà perché poi) e... poi c’è lui, il Nobel, il Mito “Vivente” che ha perso la donna amata, la compagna di una vita, che ricorda e… la commozione si confonde tra quella “mancanza” profonda, troppo… e le storie di vite “all’inferno e ritorno” o forse no… chissà, si perde… ma resta, nelle parole importanti, nei discorsi ficcanti e decisi, tra una base militare a Vicenza, una lettera all’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi, un rap con i Punkreas, la figura di Don Andrea Gallo, un racconto perduto nella memoria a far riflettere: “E la merda va”… (non necessariamente in questo ordine).
Pensi
che guardare un Paese come il nostro con lucida fierezza e spietata
ironia e riuscire a riversare comunque quintali di poesia, nello
scambio empatico, nel fluire di emozioni brutali e sincere, è dono
di pochi… e ti scopri arricchito, d’incanto tramortito, mentre
sornione il “Maestro” confessa che firmerà sì autografi, ma
fino al seicentosessantacinquesimo.
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