Colpi di Fortuna di Neri Parenti


Molto meno divertente del precedente “Colpi di Fulmine”, Neri Parenti torna con la versione edulcorata dei film di Natale, citando (da “I soliti idioti” a “Edward mani di forbice”) e scopiazzando qua e la, strappando sì qualche risata, ma tra battute ormai ventennali (-“Quando ero piccolo leggetti Rin Tin Tin” - No, lessi” - “Ma quale lessi, io leggetti Rin Tin Tin”). Il primo episodio, quello più debole, con Luca e Paolo è una rivisitazione in salsa italica di “Una notte da leoni”, da segnalare più che altro per la presenza di alcuni giocatori del Napoli e per la pochezza di gag e battute. Si migliora con De Sica e Mandelli, addentrandosi nei luoghi comuni della superstizione, dove quanto meno le gags trite e ritrite, ma fisiche e di pancia, come nel vocabolario del resto dei film di Natale e di De Sica, che ci mette sana volgarità, restituiscono un barlume di sorriso. Meglio, come già accaduto lo scorso anno, l’episodio di Lillo e Greg, intelligente e surreale, com’è la comicità del duo, incarna il buonismo natalizio che si mischia al sogno con uno sguardo ingenuo e disincantato, denotando un evidente miglioramento. In sostanza lo spettatore si trova di fronte a tre sketch di natura televisiva che non vanno al di là della scenetta prolungata, come a dire che non è cinema e non è televisione ma non è Natale senza il cinepanettone, anche in questa forma ripulita che vorrebbe esser commedia brillante ma che alla fine non è nè carne e né pesce.

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