Venerdì
13, Bologna vede lo scontro a distanza “Io sono un cane vs I cani”,
dono dell’ubiquità e impegni vari ci fanno protendere per
declinare ambedue le proposte a malincuore e dopo un disbrigo
pratiche poco importante ai fini della narrazione, ci si ritrova per
una sorta d’automatismo inconscio in via del Pratello. Tra la gente
che sfida il freddo a colpi di sigarette, davanti la vetrata del
Macondo, scorgiamo la locandina di Lubjan, che promette la
presentazione del nuovo album in italiano, non c’è data, ma l’ora
è quella che corrisponde agli orologi e cazzo… andiamo a vedere
Lubjan!!! Non sono mica “I gatti mezzi” non c’è da sentirsi in
colpa, sfodero una battuta che fa un’inevitabile buco dell’acqua,
con birra presa e portata al tavolo di conseguenza. Prendiamo posto e
di fronte ci sono due ragazze e un bluesman d’altri tempi che nel
mentre scalda la voce senza microfono. Cazzo se è cambiata Lubjan,
non sembra neanche lei… ma del resto convengo con me che anche
Julia Volkova delle riunite Tatu non è in effetti più la ragazza di "All the thing she said", ma qua non si tratta di plastica e mentre
inizia il concerto, per chitarra ritmica, ukulele e dobro/slide
guitar, la voce di Lubjan non mi sembra neanche la voce di…
tralasciando le fattezze fisiche tralasciando il genere musicale,
blues di quello vero, di un tempo, opportunamente aggiornato con
grazia e stile.
Sul cellulare avvio una ricerca in grado di farmi
capire qualcosa… mentre ci si capacita una volta per tutte che chi
canta non è Lubjan quando il repertorio continua sulla stessa
precedente scia e che se doveva pure presentare il nuovo album in
italiano, non è che ha tanto senso far pezzacci blues… in ogni
caso davvero poco male, anzi, peccato che la gente parli “per modo
di dire” a voce alta e… Quando i nostri si presentano e l’arcano
si svela è una liberazione, siamo di fronte al talento purissimo di
Paola Ronci accompagnata da Elisa Spinello e Pierluigi Petricca. Si
entra nel mood e si può solo applaudire, anche se tutto gioca contro
i nostri (dall'acustica agli schiamazzi di turno), ma l’esibizione
non ne risente, mentre Paola prova a far fare un minimo di silenzio.
Assistiamo rapiti e convinti di esser di fronte a una fuoriclasse
assoluta, una padronanza di mezzi impressionante, una voce eccelsa
che lascia senza parole. Ci tocca andar via poco prima della fine
perché gli impegni non finiscono mai, anche di venerdì a mezzanotte
e perché certa gente francamente non ce la può fare, il giorno dopo
però ci premuniamo e contattiamo Paola per essere una delle… ma è
ancora troppo presto per parlarne e ci fermiamo qui.
Nel frattempo:
“Paola Ronci”, segnatevi questo nome. Perchè la cantautrice
abruzzese è matura
per sfornare il suo primo lavoro: “FULL OF YOU”, un lavoro in cui
Paola riesce a dare la sua impronta genuina e intrigante e nello
stesso tempo riuscire a connettersi con le grandi Bessie Smith,
Memphis Minnie, Billie Holiday o Janis Joplin. Paola
ha fatto il suo esordio nel 2008, con i “Walking Thrills” insieme
al cantante e chitarrista Andrea De Luca, facendo anche parte della
romana “Jona's Blues Band” con cui realizzò l'album “Back to
Life”, interpretando alcuni brani al fianco di Herbie Goins, Renzo
Arbore e Carlo Verdone. Ancor prima, ha guidato gli psichedelici
“White Rabbits”.
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