The Softone - Tears of lava


Interessante Ep questo “Tears of lava” dei Softstone, 5 brani più un breve strumentale dai profumi anni ’70, che mischiano blues e psichedelia in modo appropriato, con un pizzico di elettronica, non spingendo sull’acceleratore ma costruendo vere e proprie “songs mantra” dove su le ripetizioni dei temi sono le chitarre elettriche spesso ad emergere. C’è qualcosa da limare ma piacciono sia l’appeal melodico in generale dei brani, sia le soluzioni adottate per diversicare il corpus, mai banali e che forse potevano essere prolungate maggiormente. I nostri rimangano nella forma canzone giocando con essa, là dove la strofa è il vero e proprio ritornello e gli interventi strumentali come dicevamo poc’anzi arricchiscono la materia senza mai esagerare:

“Walk away”: la traccia più melodica del lotto che ha dalla sua accenni psichedelici che trovano sfogo nella parte strumentale centrale, non convince del tutto per alcune scelte fatte in fase di mixaggio, con un uso forse eccessivo degli echi e il volume della voce troppo alta...

“Right or wrong”: incedere incalzante, per diradarsi opportunamente nella parte centrale, prima di riprendere con piglio deciso.

Somewhere over”: blues “fumoso”, con la tromba ad arricchire il corpus e a dividersi gli spazi con una chitarra elettrica dissonante, da segnalare anche un’ottima apertura melodica in minore a variare la trama nel mezzo del brano.

“He came at the down”: cori, evocativa, quasi un’introduzione per il climax che si respirerà poco dopo
“Son of a gun”: profumi anni 70, dall’andatura “country western”, polverosa, con le chitarre elettriche a conferire solennità.

“Ray of light”: dal mood doorsiano, la traccia che chiude l’album è un blues cadenzato e sinuoso, con buoni inserti chitarristici a ergersi protagonisti.


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