Ménage à trois è l’esordio(dopo un precedente ep) dei funambolici
e talentuosi Fuochi di Paglia, che vedono al contrabbasso
Cristiano Minelli (alias Fuoco C), Stefano Nassi alle percussioni (Fuoco S),
Gabriel Stoher (Fuoco G) voce e chitarra e dell’ultimo entrato Giuseppe
Alberti alla tromba (Fuoco B).
Un
mood vintage che al di là della varietà dei generi, trasuda nostalgia,
ingenuità e speranza che ben si contrasta con le storie narrate nei brani,
ironiche e taglienti che descrivono una società moderna “in precarietà esistenziale
oltre che lavorativa”, “una generazione che, frastornata dai massmedia e
dalla tecnologia ridondante, sembra non voler crescere mai” come recitano le
note stampa.
Il risultato ottenuto dalla band
è eccellente per la maggior parte dei brani e più che convincente in toto, c’è
freschezza nella proposta, c’è intelligenza nella composizione e passione, amore
per la musica:
“Carciofo da pinzimonio”: testo ironico e ritmo trascinante che
si apre alla melodia nel ritornello, “ma tu come stai davvero?”
“Io sono un introverso”:
ballad dal mood anni 60 “non arrivo al punto mi piacciono le virgole”
che cresce nel ritornello, con ottimi inserti chitarristici
“Ogni cantautore”: “vuole
essere il migliore e se ne duole quando sul palco ci sta un altro cantautore”
marziale ed evocativa grazie anche ai cori
“Tranquillo”: una sorta d beat che sembra non voler esplodere, che si sposa benissimo col testo: “è un
concetto che copre un campo semantico immenso, può significare una cosa e il
suo esatto contrario”
“Pacman”: danzereccia “progetti straordinari su binari
immaginari” e godibilissima
“La fetta”:” una fetta per rifarmi la bocca da questa
amarezza” ritmo in levare morbido nella strofa e riff rock ben assestato che
non ti aspetti
“Parvenu”: marcetta in levare, con un testo ficcante e
incisivo: “la tua panza si rimpinza ogni oltre limite di decenza l’abbuffata
culturale tu non sai ma può far male”
“E si che gracidan le rane”: folk ballad dal piglio popolare
che si stempera in un’azzeccata melodia sognante con tanto di cori a
impreziosire il tutto “è stato un lungo inverno, un inferno di emozioni”
“Le sorelle tisana”: “con
le sorelle tisana la storia non ingrana, quando si sta con i vestiti a mare non
c’è niente che si possa combinare” divertente ska con i fiati a sostenere e un ottimo lavoro
chitarristico
“La ballata di Maria”:tra ritmiche dance e dissonanze a
donare un tocco psichedelico tra“emozioni
di plastica tra sedie di plastica” a chiudere l’album come meglio non si
potrebbe
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