L'ordine naturale delle cose - Ep


“L’ordine naturale delle cose” rilascia questo breve Ep, facendo intravedere ottime prospettive di crescita, quattro brani certo sono pochissimi, ma tutto funziona, a cominciare dalla riuscita amalgama tra appigli melodici e scelte d’arrangiamento per niente banali, un dosaggio mirato delle soluzioni adottate che denota padronanza, suggestivi poi i testi, ricchi di immagini eppur semplici e diretti. Insomma un biglietto da visita come si deve e che fa, come si suol dire, ben sperare per il futuro:

“Questa”: “Tu non ti accorgi chi sei” sinuosa, potente e leggiadra nello stesso tempo, la varietà delle soluzioni apportate colpisce e convince.

“La volta buona”: “Tu non hai dignità come potrei averla io e resto fisso come un Cristo al muro, immobile?” riuscita metafora del sentirsi “come un treno”, interessante l’apertura melodica nel ritornello che può ricordare i primissimi Verdena...

“Opaca”: strofa arrembante che ben si dipana nei risvolti melodici del ritornello con la ritmica sempre sostenuta e un ottimo finale strumentale , nostalgica e complice: “Parlò dei suoi anni, di scuola e gli amici di allora”

“In punta di piedi”: “E c’è sempre chi non ammette la ritirata perché è un gesto di umiltà” ariosa e sognante nella parte iniziale i nostri convergono sulla tensione che cresce nel ritornello: “e abbiamo preso i nostri desideri e li abbiamo calpestati”.

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