“Che ci vado
a fare a Londra?” sottotitolo “Storie dal pianeta blu” gradito ritorno di Omar
Pedrini, si fa cantare dopo mezzo ascolto, è il suo più grande pregio e forse
anche il suo limite maggiore. Sono canzoni semplici, immediate, di facile presa
quelle che il nostro rilascia, inevitabilmente alla lunga l’album paga questa
“semplicità”, rischiando con l’essere sin troppo monocorde, nonostante Pedrini
inserisca interessanti reading dal taglio letterario a cambiare l’inerzia del
disco appoggiandosi ai Modena City Ramblers ed ai rapper Kiave e Dargen
D'Amico, forse bastava togliere un paio di brani o sviluppare al meglio qualche
suggestione strumentale. Alla resa dei conti sono di contro canzoni oneste, che
vanno diritte per la loro strada e centrano il bersaglio, hanno buoni testi,
col tema del viaggio, (una consuetudine quasi per Omar) sempre presente, sia
che si tratti di km veri e propri, sia nel passaggio generazionale, sia in
ambito metaforico, con belle melodie, arrivano insomma… è sicuramente un più
che discreto ritorno per l’ex Timoria, pubblicato dall'etichetta di Ron “Le
foglie e il vento” e registrato tra l'Italia e l'Inghilterra. L'album porta una
dedica a Giuseppe Bertolucci, regista e sceneggiatore, fratello di Bernanrdo, scomparso il 16 giugno 2012.
Dopo il breve
intro “Haka” l’album prende vita con “Jenny (scendi al fiume)”: …che ha meno di
due decenni e cura le sue piantine di marjuana, è un classico rock/blues con
una parte rap finale dove viene citata “Sole spento” dei Timoria, “finchè
l’acqua scorrerà vedrai che il domani arriverà”...
“Veronica”:
”Non ho molto tempo lo sai ma i sogni non dormono mai” ballad pop ad ampio
respiro melodico che non risparmia critiche alla celebre ex: “Se non te ne
andrai anche tu per venti minuti in tv, ma tu Veronica sei corpo e anima, sarà
una femmina ed è musica”... dedicata alla neo moglie Veronica ed alla loro
bambina Emma...
“Nina (meno
male che ci sei)”: e soprattutto “che ci sarai”, brano pop abbastanza scontato
melodicamente ma piacevole e di sicuro impatto, con la chitarra slide e i
cori...
“London
(demo)”: dura poco più di venti secondi e fa da preludio a “Che ci vado a fare
a Londra”: melodia presa in prestito da “Ain't no sunshine”, così come aveva
fatto Pino Daniele con “'O cammello 'nnamurato” ma c’è un sogno che sale dentro
me, Londra, me and you nel pianeta blu” con tanto di citazione di Gino Paoli:
“Barricato nella stanza cerco un cielo ma non c’è” e accenni ancora alla
marjuana: “Mary Jane vien dall’Olanda ride e poi mi porta via con se”...ne
viene fuori un brano blues/rock/soul assolutamente godibile. Il singolo, registrato tra l’Italia e Manchester e
masterizzato ai celebri Exchange Studios di Londra da Mike Marsh e Karen Thompson,
esiste anche in versione inglese e nasce dall’incontro di Omar Pedrini con
Michael Beasley, leader della band di Manchester The Folks, presenti nel brano,
negli uffici della Ignition, etichetta management di Noel Gallagher, a Londra,
ed insieme all'altro membro Scott Anderson, hanno dato vita a questa ballad
rock.
“Pianeta
blu”: rock in pieno stile Pedrini, orecchiabile, semplice e immediato: “E ora
tu su quel pianeta ci sei tu sempre di più, che fai tu sul mio pianeta… pianeta
blu… I love you”...
“Emily ama
lei”: sostenuto funky/rock con venature psichedeliche, uno dei vertici
dell’album, con citazione del celebre brano dei Pink Floyd, “Hey Emily dimmi di
lei, hey Emily play col pensiero vola, dai Emily fai quello che sai, dai Emily
dai, oggi niente scuola”...
“Cane
sciolto”: “So che ha un prezzo alto la mia libertà”... intensa ballad in
minore, che si dipana secondo schemi e melodie tipiche del suo autore, un
ideale incrocio tra “Sole Spento” e “Lavoro Inutile”: “Non ho più illusioni ma
non ho padroni tutto qua”...
“Gaia e la
balena”: ”Ma Gaia non lo sa che la balena è l’imprevedibile tra il sogno e la
realtà”... blues ad ampi risvolti melodici immerso in un racconto dai toni
fiabeschi: “E' un mistero ciò che muove il cuore è un mistero ciò che muove il
mare ma Gaia non lo sa …” con ancora un intermezzo rap di Dargen D'Amico e
l'apporto inconfondibile di Ron...
“Italia”: “Il
più bel fantasma della storia del mondo”...reading decisamente toccante... “Ma
tu non senti mentre affoghi nella tua merda televisiva e ti aggiri come un
involucro vuoto con stampato un sorriso demente sul volto sappi che mi hai
rotto i coglioni con la tua negligenza il tuo lassismo sei una madre
alcolizzata preoccupata solo di essere ancora presentabile mentre i tuoi figli
uccidono i figli che uccideranno altri figli”...
“Uno straccio
d’anima”: “Italia dammi la tua mano gelida e alzati barcollando in tacco
dodici” folk/blues, trascinante... quasi una continuazione del brano
precedente...
“Hanry degli
insetti”: “E' umano gettare acqua sul fuoco” rock blues con reading...“Dio
della pace spegni la luce”...
“Emilia non
ride più”: “Ma ora Emilia non ride più in quel suo modo splendido, ora Emilia
non ride più con quel suo fare unico, abbracciami e poi stringimi se puoi”...
folk blues che si libra nel ritornello che non si nega alla melodia, il testo
guarda alla vicenda delle lavoratrici Omsa di Faenza...
“Quando un
uomo (la ballata di Rosi e Augusto)”: rock blues dal mood anni '70 sin troppo
standard “Con le tue mani fino a domani io mi addormenterò è il tuo futuro
dormi sicuro com’n baby com’n”... dedicata quasi sicuramente a Augusto Daolio,
indimenticato ed unico leader dei Nomadi, e a sua moglie Rosi che porta avanti
la Fondazione dedicata alla voce di “Contro”.
“Poetry as insurgent
art”: è un suggestivo reading in inglese che prende spunto da Lawrence Ferlinghetti, poeta simbolo
della scena beat statunitense e di origini bresciane... per Pedrini un ritorno
alle origini “Beatnik”.
“Piero tra la
campagna e il cielo”: “Risuona il tuo pensiero felice davvero, tua moglie sul
sentiero un figlio appeso al seno di miele di fieno”... troppe rime, per una
sorta di “Il ragazzo della via Gluck” al contrario, che lascia la campagna per
inseguire un amore: “Ma ora tornerò là, la grande città che non ha tempo, che
non chiede mai come va e che forse non sa di felicità”. Ipotizziamo che possa
essere dedicata alla memoria di Piero Ciampi, la cui famiglia fuggì durante il
periodo della guerra, per le campagne pisane prima di tornare a Livorno... e
che sfocia in...
“Nonna
quercia folk ballad”:... country/blues al di là del titolo, “segui la vita” si
dipana in un’ipnotico finale strumentale a tinte progressive donate
dall'apporto dei Modena City Ramblers.
Bel disco, sembra sia tornato quantomeno ai livelli degli ultimi dischi dei Timoria. In bocca al lupo, Omar.
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