Brunori Sas - Vol. 3: Il cammino di Santiago in taxi


Giunto al “volume tre” della sua carriera da solista, Dario Brunori e la sua Sas rilasciano “Il cammino di Santiago in taxy”, album che è ben piantato nella tradizione della grande canzone d’autore nostrana e che va oltre con gusto, vivacità… “ispirazione”, una penna decisamente felice quella di Brunori, che trova sempre il giusto mix tra intensità e ironia, sempre tagliente e incisiva, in riflessioni ficcanti e importanti che hanno il loro sfogo in una tela sonora variegata alquanto, spesso trascinante, grazie anche agli ottimi arrangiamenti. Non azzardiamo inutili paragoni con i precedenti volumi, ma “Il cammino di Santiago in taxy” rappresenta oggi un ulteriore conferma di una classe innata per un autore sempre più importante per il panorama italico… in evidente stato di grazia. Il lavoro è stato registrato in un ex Convento dei Cappuccini a Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza. Per avere "un'aria" più "aulica", Brunori si è affidato al produttore Taketo Gohara, vero professionista di un certo tipo di suoni che ha già sperimentato con Vinicio Capossela:

“Arrivederci tristezza”: “Oggi mi godo la mia tenerezza che non durerà perché non durerà” scarna al pianoforte e pochi orpelli, che cresce nella parte finale, con una ritmica marziale, una sorta di dialogo tra gli “organi” più importanti : “Milioni di libri non servono a niente se servono solo a nutrire una mente che mente””mi spiace mio caro intelletto vattene a letto e dormici su”...

“ Mambo reazionario”: “E' un mambo un po’ precario come farà chi non ha un soldo ad apparire milionario”... “E il tempo delle molotov tutti pazzi per maria ufficiali e gentiluomini della polizia non ti rincorrono più ti sei scordato pure la falce e il mirtillo e quel pugno chiuso in tasca sembra quasi un armadillo”... divertente, irriverente e dissacrante “mambo/sberleffo” sugli ex rivoluzionari “che volevano cambiare il mondo”, perfettamente integrati nel sistema che un tempo contestavano con “Che Guevara e Pinochet che ballano felici sulle basi di Beyonce”...

“ Kurt Cobain”: ”Vivere come sognare ci si può riuscire spegnendo la luce e tornando a dormire” il primo singolo estratto ballad al pianoforte che non smette di crescere d’intensità a significare la fine dell’ispirazione e la solitudine, di “non avere più niente da dire” il senso profondo di tutte le cose lo puoi ritrovare soltanto guardandoti in fondo… “Ma chiedilo a Kurt Cobain come ci si può sentire sopra a un piedistallo e chiedilo a Marilyn quanto l’apparenza inganna e quanto ci si può sentire soli e non provare più niente, non provare più niente e non avere più niente da dire"...

“Le quattro volte”: “Non mi piace la scuola voglio solo suonare voglio bere e fumare” folk ballad ritmicamente sostenuta a narrare “la storia di una vita”,  dalle elementari all’età adulta “Si può nascere un’altra volta e poi rinascere ancora un’altra volta se ti va”.

“ Il santo morto”:  “Hanno riesumato il santo morto a pancia in giù… era Padre Pio… il pulcino pio”... “Giovanna d’arco disse com’on baby light my fire and stand by me” patchwork citazionista e cut up, sul divismo… musicalmente si potrebbe coniare il termine di “blues tropicale”... “E la nonna Pina non cucina più vuole ballare e va a cercar marito alla tv”...

“Il manto corto”: funky convulso, coi fiati a svisare, interamente strumentale

“ Maddalena e Madonna”: “Era solo per te che scrivevo cazzate su un foglio a quadretti e canzoni in barrè era solo per te ed è ancora per te” nostalgica, dalle atmosfere quasi antiche,essenziale, minimal nel suo dipanarsi, disturbata da accenni elettronici, quasi una b-side della celeberrima “Guardia 82”: “Gente del sud stipata sui treni sorrisi e canzoni e voglia di andare ancora e c’era l’amore”...

“Nessuno”: “Credimi quando dico che non ho alcuna personalità ma non piango mai davanti a te mi commuovo solo se non c’è nessuno” faccio quel che faccio per un complesso di inferiorità”, ballad folk/rock dal mood anni 70, con un interessante parte strumentale finale affidata ai fiati.

“ Pornoromanzo”: ”E si, lo so le stelle sono tante milioni di milioni non rompere i coglioni levati i pantaloni che devi fare l’amore lo devi fare con me” beat rock’n’roll… con bei risvolti melodici nel ritornello… il brano per certi versi e armoniche può ricordare i primi Baustelle: “Se mi stringi il tuo cuore non ti impressionare e sei mia perché hai l’innocenza e la pornagrafia per la frivolezza e la malinconia perché hai l’innocenza ho quarant’anni più di te ma che male c’è”...

“La vigilia di Natale”: “Moglie, figli, fantasie, forse è il momento di andare corri scappa via ma poi ti fermi un secondo a pensare che il peggio è passato a un passo da qui”... minimal col pianoforte portante sui rimpianti, bilanci e voglie represse con tanto di coda finale strumentale: “Ma di mare qui c’è solo questa stupida insalata”... “E pensare com’eri bella una notte di 20 anni fa una notte di luna piena solo di ingenuità”...

“Sol come sono sol”: “Di un sogno d’amore e d’ingenuità” sulla chitarra… “Della passione bevuta di un fiato cos’è rimasto ormai?”... un brano notturno… ancora sulle dinamiche di coppia… “La sposa è impazzita la sposa è fuggita e lui si ucciderà”... ”Un matrimonio così veloce non si era visto mai nemmeno il tempo di farsi la croce che eri fuggita già”...


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