Bue - Un quarto di Bue


Di lui si sa ancora poco, o meglio, questi tre brani, nati dal suo primo Ep “Un quarto di Bue”, parlano per lui. Al di là del nome, Bue è un giovane avvocato romano che, come si legge nel suo sito http://buemusic.bandcamp.com/, coinvolge alcune eminenze grigie della scena underground romana” e ci sguazza bene, diciamo noi. Quest’estate per la verità, il cantautore si era fatto notare con il brano “Tangenziale” http://www.youtube.com/watch?v=pqj8fg16VTA, dove rispetto a queste tre tracce, si fa sentire una certa vena in pieno “I Cani” style, ma dall’altro canto in parte continua il percorso già iniziato… coprodotto e registrato da Matteo Portelli dei Mamavegas, il disco “Un quarto di Bue”, si lascia apprezzare, seduce e si lascia sedurre e ne vorremmo di più di un quarto… magari una fetta intera…

Lo Scettico”: voce secca ma eterea, campionamenti delicati ed effetti molto puliti è la perla che ci regala Bue, che si lascia cantare, che si lascia amare, fresco com’è, come un ragazzino all’uscita da scuola, perché: “Salvami se puoi una volta ancora, dai gradini della scuola, da una notte turbolenta, dal contatto con la gente… perchè non credo a niente…”... molto funzionale l’uso di round melodici che compie la voce del nostro, che forse sì, ricorda Marco Catani dei “Carpacho”… basta ascoltare i prossimo brani per capire meglio…

Le gite al mare”: giunta direttamente dagli anni ’80, basta muovere il corpo come Battiato in “Voglio vederti danzare” e per la verità – molto probabilmente è un caso – ma ci troviamo più di una connessione se non citazione di “Summer on a solitary beach”… la sezione ritmica è più accentuata del brano precedente e crea una certa reazione chimica con le voci che formano giochi, si accavallano e si distendono… “E naufragare è dolce in questo mare, come diceva pure la poesia e naufragar è dolce insieme a te, con il sudore e così via…”, testo minimal e leggero che genera un connubio che va a nozze… in questo pezzo anche l’apporto di Piermaria Chapus dei MiceCars.

Monolocale”: un intro ricco di tastiere alla Ray Manzareck (che ha decisamente fatto scuola), la batteria sfoggia Isidoro Galatro dei Carpacho!, che evidentemente rivede il sound della sua band nel giovane Bue… brano inizialmente “ad ottavi” si apre nel ritornello plurivocale tutto da cantare a squarciagola… “Mi impegnerò a memorizzare una canzone da cantare quando mi sentirò più solo perché sai che ci si può far male nella tempesta dentro il monolocale”… e anche “senza finestra”, Bue riesce ad affacciarsi nel bellissimo caos della musica indipendente… e c’è spazio anche per lui…






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