All'epoca della mitologia
greca, in un tempo impreciso – ma dove sicuramente si usava
l'autoabbronzante – la sposa del perfido re Anfitrione (Scott
Adkins), la regina Alcmena (Roxanne McKee), stanca della prepotenza
di un marito che non ama più, chiede ad Era di donargli un figlio di
Zeus. In una notte di fulmini e tempesta (in cui Anfitrione si mette
all'assurda ricerca dell'inesistente uomo che abbia copulato con la
moglie), Zeus semina Alcmena che così darà alla luce Alcide, ovvero
Hercules, interpretato da un muscoloso Kellan Lutz, che molti
ricordano per aver vestito i panni del fratello di Edward Cullen/Robert Pattinson
in Twilight. In un primo momento, assolutamente ignaro delle sue
origini divine, Hercules scoprirà tutta la cattiveria dell'uomo che
l'ha cresciuto e del fratello maggiore Ificlo (Liam Garrigan) a cui è
stata data in sposa Ebe (Gaia Weiss), l'amata di Hercules nonché
principessa di Creta. Per allontanare il figliastro dal regno,
Anfritrione invia le sue truppe (per la verità la storia non
chiarisce bene che siano veramente le truppe del re, ma lo si presume) che catturano
Hercules e lo vendono ad un ricco egiziano per i combattimenti. Il
semidio sfrutta l'occasione per giungere nelle arene della Grecia e
sconfiggere, una volta e per tutte, Anfitrione e suo fratello Ificlo.
Ci riuscirà con la forza bruta dei suoi muscoli invocando il padre
Zeus. A parte un inizio alla “Il Gladiatore”, ovviamente il
meccanismo è lo stesso, similare è l'ambientazione, il
film di Renny Harlin si perde tra i muscoli del protagonista Kellan
Lutz e poco altro, dove, come abbiamo detto, c'è tanto abbronzante
(da notare i segni sul collo dell'attore) e tanto romanticismo, in
fondo l'epica ci ha insegnato, attraverso l'Orlando Furioso, che
l'amore può generare guerre e rivoluzioni. Davvero ottima la
scenografia tridimensionale (e senza l'uso di occhialini 3D) affidata
all'italiano Luca Tranchino, che spesso ha lavorato con il premio
Oscar Dante Ferretti: molto veritiere le scene del mare in tempesta,
molto suggestive le sfumature cromatiche del cielo, così come i colori “infuocati”
delle arene. Diciamo la verità, di questo film, rimane solo
questo...
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