I critici si
sono divisi, con pareri positivi e negativi. Alcuni la considerano una serie
eccellente con una trama imprevedibile e ricca di colpi di scena, ben recitata,
altri invece la considerano una serie piena di violenza gratuita e ricca di
cliché. Il pubblico lo ha inserito, in termini di ascolto, tra i migliori
telefilm della passata stagione. Il pilot è stato uno dei più seguiti degli
ultimi anni ed anche l'inizio di questa seconda stagione ha avuto subito un
riscontro di pubblico degno di nota. "The Following" è stato definito
troppo cruento, troppo dispersivo, gli episodi troppo simili tra loro, ma
checché se ne possa dire è un telefilm con un'idea innovativa alla base, con
una trama pungente e ricca. Dietro le telecamere un gruppo consolidato e forte
capitanato dall'ideatore: Kevin Williamson, lo stesso di "Dawson's
Creek" e "The Vampire Diaries" e i due attori protagonisti sono
due nomi che non appaiono spesso in tv: Kevin Bacon - attore di
"Footloose", "Apollo 13", "Codice d'onore",
"L'uomo senza ombra", "Mystic River", tanto per fare alcuni
esempi - e James Purefoy ("Resident Evil", "Rome", "John
Carter"), quindi tre nomi per cui già vale la pena guardare "The Following".
Bacon e
Purefoy sono le classiche due facce del più classico poliziesco. Da un lato c'è
il primo che è un agente dell'FBI, Ryan Hardy, che da tempo si è ritirato dalla
professione dopo aver catturato ed imprigionato il serial killer Joe Carrol,
interpretato appunto da Purefoy, professore universitario, con la passione per
le uccisioni seriali e l'ossessione per Edgar Allan Poe. Infatti lui uccide le
sue vittime seguendo lo stile delle opere dello scrittore in questione. Poe,
infatti, è sempre stato considerato uno scrittore gotico, nei suoi racconti si
immerge spesso nelle ossessioni e negli incubi dei suoi protagonisti. Tornando
alla serie, stiamo parlando di un incipit accattivante e d'impatto. A tal punto
che è il primo caso in cui sia Mediaset Premium che la Sky hanno deciso di
comprare i diritti di "The Following", infatti entrambe le nostre
emittenti televisive via cavo di maggiore successo hanno mandato in onda in
contemporanea con gli Stati Uniti la serie, che è partita il 21 gennaio 2013
sulla Fox, approdata la stessa sera, cioè il 4 febbraio dello stesso anno, sia
su Premium Crime che su Fox Italia. La stessa cosa sta avvenendo quest'anno con
la messa in onda della seconda stagione. Un caso senza precedenti.
Ryan Hardy è
uno dei personaggi più convincenti che si sono visti in tv negli ultimi anni,
ovviamente impreziosito dalla magistrale interpretazione di Bacon, con un
passato burrascoso alle spalle: il fratello pompiere è morto durante gli
attentati dell'11 settembre e lui è stato costretto a lasciare il lavoro dopo
essere stato pugnalato da Carrol, e infatti vive grazie ad un pacemaker. La
trama viene arricchita dalla classica storia d'amore, forse in questo caso
prevedibile ed evitabile, tra l'ex moglie di Joe Carrol con l'agente Hardy.
Infatti Claire Matthews (Natalie Zea) è l'unica ad essere sopravvissuta alle
grinfie dell'ex marito. E dopo l'arresto di quest'ultimo ha avuto una relazione
con Ryan. Questo non può che acuire l'astio tra i due acerrimi nemici. Una
volta scappato di prigione, Hardy si troverà costretto a tornare a lavoro come
consulente dell'FBI per cercare di rintracciare il suo rivale, prima che arrivi
ad uccidere Claire. E nel compito verrà affiancato dagli agenti: Debra Parker
(Annie Parisse) e Mike Weston (Shawn Ashmore). Joe Carrol verrà invece
"aiutato" da alcuni seguaci (i followers appunto) che lo venerano
come un Dio.
Tra queste
c'è Emma Hill (Valorie Curry) che oltre a venerarlo prova dei sentimenti
profondi nei suoi confronti, Jacob Wells (Nico Tortorella) e Paul Torres (Adan
Canto), giovanissimi, ma con una mente molto disturbata. Da brividi è infatti
la freddezza con cui Carrol e i suoi seguaci uccidono, convinti di essere nel
giusto. Una vera e propria setta di cui tanto si parla negli ultimi anni in tv,
negli ormai classici salotti "gialli" in cui le inchieste e i crimini
la fanno da protagonista. Gli episodi di "The Following" sono un
susseguirsi di colpi di scena in cui nessuno può ritenersi salvo. Tutti
potrebbero morire. L'imprevedibilità è senza alcun dubbio il primo elemento di
successo della serie, un po' come ci hanno abituati negli ultimi anni serie
come "The Walking Dead", "Dexter" o "Revolution".
Ed anche questa è una forza di "The Following" perché non è la classica
lotta tra un poliziotto e un assassino, ma tra un poliziotto che non ha nulla
da perdere e che quindi uccide per rabbia e rancore verso Carrol ed una serie
di criminali accomunati dalla stessa furia omicida o semplicemente dalla stessa
fragilità mentale che li ha assoggettati alla forza del loro
"padrone", con la capacità di influenzare la volontà delle persone
con una facilità disarmante e al tempo stesso spaventosa.
"The
Following" è fondamentalmente un telefilm illogico, che riesce però a
toccare i nervi scoperti, perché mai come negli ultimi anni ne siamo stati
bombardati in tv in programmi come: "Quarto grado" che ci hanno reso
vulnerabili di fronte all'insospettabile assassino che potrebbe celarsi dietro
il viso sereno del gentile vicino di fila alla posta o della ragazza della
porta accanto. E' forse vero che "The Following" è troppo cruento e
l'indigestione omicida è eccessiva, ma resta un buon serial, da seguire con
interesse, solo però se si amano i thriller di forte impatto psicologico.
Personaggi e
doppiatori
Ryan Hardy
(Francesco Prando)
Joe Carrol
(Massimo Rossi)
Mike Weston
(David Chevalier)
Emma Hill
(Emanuela Damasio)
Claire
Matthews (Francesca Fiorentini)
Jacob Wells
(Luigi Morville)
Paul Torres
(Gianfranco Miranda)
Debra Parker
(Laura Boccanera)
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